Campioni, anche di umanità

CHAMPIONS LEAGUE 2011
F.C. BARCELONA

Celebro la vittoria dell’edizione 2011 della Champions League. Ha vinto la squadra che ha giocato meglio e strameritato di vincere il torneo.
Con sportività, eleganza, rispetto e con un gioco di squadra fuori dalla portata di chiunque.
Questo Barcelona è di un altro, lontanissimo pianeta.

Ma quello che rende onore alla vittoria del Barça va oltre ogni merito sportivo.
Nel finale, Guardiola fa entrare Puyol, quando mancano 2 minuti alla fine. Xavi, fino a quel momento capitano, gli lascia la fascia che gli sarebbe spettata se avesse giocato dall’inizio. Bellissimo gesto, che avrebbe consentito al capitano di alzare la coppa. Quando, alla fine, la squadra sale in tribuna per andare a ricevere la medaglia e sollevare la coppa Puyol, in quanto capitano, dovrebbe essere l’ultimo in modo da poter alzare il trofeo al cielo. Ma non va così. E’ il penultimo. Perchè ha lasciato il posto e l’onore di essere il primo a stringere il trofeo al compagno Abidal.

Ad Abidal il 15 marzo 2011 viene diagnosticato un tumore al fegato. Viene operato due giorni dopo la diagnosi. E dopo meno di due mesi torna a giocare, nella gara di semifinale di Champions League, scrivendo così una bella storia a lieto fine di qualcuno che è riuscito a sconfiggere un male solitamente incurabile.
Una vittoria personale che fa ben sperare tutta la gente colpita da questa terribile malattia.

Questa sera la dimostrazione che far parte del Barcelona significa essere campioni sportivi, ma anche Campioni di umanità. Un gesto da brividi.