Campo Boario: quel gran buco nell'anima

Creato il 18 gennaio 2011 da Laperonza

Sembra Ground Zero ma non è. Sembra ci sia stato un bombardamento ma sono sole le ruspe. Potrebbe sembrare uno scavo archeologico ma è tutto cemento recente. Là dove una volta c’era il prato, alberi, aria pulita, ora c’è un enorme buco circondato da colonne di cemento armato. Dove si sentivano cinguettare gli uccelli ora si sente il ruggito dei motori delle pale meccaniche. Tre alberi spogli e scheletriti sembrano resistere al “progresso” distruttivo ma è arduo sperare.

Mi ero promesso di non parlarne quando ho aperto il blog. Arrivavo tardi, se ne era discusso ampliamente, la gente si era già indignata e aveva trovato il consueto muro di gomma. Poi era calato il silenzio. Quello che c’è ancora, interrotto soltanto dal rumore dei diesel. Silenzio rassegnato, indifferenza diffusa, quello su cui chi opera con tanta malafede fa affidamento. Lo sanno benissimo che, passata l’indignazione iniziale, il fuoco si smorza, subentra l’apatia tipica montegranarese. E’ con questo sistema che sono nati tutti i mostri architettonici per cui siamo famosi. Volevo quindi attendere l’evoluzione dei lavori, volevo vedere come andava a finire.

Però ogni volta che passo lì davanti ho un colpo al cuore. Perché lì ci ho passato l’infanzia e l’adolescenza. Perché quei tre alberi scheletriti fanno troppo male. E ogni volta che ci passo mi domando: che cosà ne verrà fuori? Quale sarà il futuro di quel foro nel centro della città?

Perché, vedete, faccio davvero fatica a pensare che qualcuno vada a comprarsi un negozio lì, sottoterra. Faccio fatica a pensare ad un “centro commerciale” collocato in mezzo alla città. Con la crisi che c’è. Con il “Villaggio degli outlet” che ha già una sua storia. Ne faremo un altro parcheggio deserto.

Ma intanto Montegranaro tace. I fuochi si sono spenti. Guardiamo tutti quelle colonne di cemento e quei tre alberi in silenzio. Magari passando qualcuno ricorderà con nostalgia il vecchio asilo, qualcun altro più avanti con gli anni il vero Campo Boario. Qualcuno scuoterà la testa. Magari al bar ancora c’è qualcuno che si lamenta e muove qualche critica. Ma poi il silenzio.

E quando qualche altro milione di euro sarà stato bruciato per nulla – alla faccia del bilancio che piange - diremo tutti la stessa cosa: che spreco, che brutto. Ma quando c’era da fare qualcosa non si è mosso nessuno. E ancora oggi, che forse si potrebbe ancora fare qualcosa, ancora si potrebbe modificare il progetto, farne uno leggermente meno orrendo, usare la logica, il buon senso, stiamo tutti zitti. E tra qualche anno contempleremo l’ennesimo orrore architettonico montegranarese, costato milioni, magari lo faremo durante l’inaugurazione in pompa magna nell’immediata vigilia delle elezioni.

Luca Craia


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