Mafia ed antimafia, mafia e lotta alla mafia senza quartiere, di solito non vanno mai d’accordo, almeno così sembra, eppure per qualcuno non è impossibile far andare a braccetto le due diverse modalità di vivere la società. Accade chein un Municipio di Italia ci siano le foto di Falcone e Borsellino, eroi della lotta alla mafia, ma accade anche che quel sindaco che dietro la scrivania, tra bandiere, gagliardetti, stendardi e foto del presidente delle Repubblica venga arrestato.
Si tratta del sindaco di Campobello di Mazara, Ciro Carava. Un sindaco strano. Il suo comune aveva persino aderito a Libera, e l’amministrazione è parte civile nel processo ai favoreggiatori del superlatitante Matteo Messina Denaro. Ma la cosa che più stupisce è che la mafia apprezzava quel sindaco e così dicevano gli aderenti, o presunti tali, a Cosa Nostra: : “Io gli ho portato un mare di voti”, diceva Franco Luppino,. “L’altra sera, il sindaco l’ho sentito parlare in Tv. Minchia, se non lo conoscessi…”.
Stamane ai polsi di Ciro Caravà sono scattate le manette. L’accusa è pesante, secondo il procuratore aggiunto Teresa Principato e i sostituti Pierangelo Padova e Marzia Sabella, il sindaco sarebbe “organico” alla famiglia mafiosa di Campobello, una delle più fedeli al verbo dell’imprendibile Matteo Messina Denaro, ormai latitante dal 1993.
Libera, l’associazione antimafia per eccellenza tiene a specificare:
“Caravà non ha mai aderito a Libera – purtroppo, le infiltrazioni più pericolose sono quelle che arrivano con i falsi proclami antimafia. Non permetteremo a nessuno di strumentalizzare il nostro lavoro”.