Il vero vincitore del Festival di Cannes 2014? Il labrador Hagen, che si è portato a casa l’ambito Palm Dog grazie alla sua interpretazione nel film ungherese White God di Kornel Mundruczo, presentato nella sezione Un Certain Regard.
Hagen ha battuto una concorrenza davvero inferocita che comprendeva il meticcio del nuovo film di Jean Luc Godard Adieu au langage, così come anche i cani presenti in Saint Laurent e in Maps to the Stars (e non mi riferisco a Robert Pattinson). Sconfitto pure il quotatissimo Gabriel Garko, presente a Cannes in Incompresa di Asia Argento. Al di là della Palm Dog, White God (Fehèr Isten) dell'ungherese Kornèl Mundruczò ha pure vinto la categoria Un Certain Regard. Nella sezione Quinzaine des Rèalisateurs c’è stato invece il trionfo del francese Les Combattants dell’esordiente Thomas Cailley.
Passiamo ora più veloci della luce a vedere i premi nella categoria più importante, il Concorso ufficiale. La Palma d’Oro, consegnata da un sempre più drogato scatenato Quentin Tarantino e da una sempre affascinante Uma Thurman, è finita nelle mani del turco Nuri Bilge Ceylan per Winter Sleep (Kış Uykusu). Considerando che è il regista del soporifero C’era una volta in Anatolia, si preannuncia un mattonazzo di proporzioni epiche.
Il secondo premio più importante, il Gran premio speciale della giuria, è invece stato tutto all’insegna del tricolore. Sophia Loren l’ha consegnato ad Alice Rohrwacher per Le meraviglie. Considerando quanto il suo film precedente Corpo celeste non mi avesse certo entusiasmato, e considerando come il premio alla regia sia andato all’americano Bennett Miller, già autore dei poco fenomenali Truman Capote e Moneyball, i premi assegnati quest’anno dalla giuria capitanata da Jane Campion non è che siano molto in linea con i miei gusti. Più interessante, per quanto mi riguarda, il premio della giuria andato ex aequo al grande passato (Jean-Luc Godard) e al promettente futuro (Xavier Dolan) del cinema mondiale. Il prix di migliore attore se l’è poi aggiudicato Timothy Spall per Mr. Turner di Mike Leigh e quello di migliore attrice è finito a Julianne Moore per Maps to the Stars. Premi meritati o meno? In attesa che questi film passino anche sugli schermi di Pensieri Cannibali, per il momento sono contento giusto per Xavier Dolan, per il resto vi lascio con un dubbioso MAH!
Ah già, quasi dimenticavo. Vi lascio poi pure con l’elenco di tutti i premi.
Concorso ufficiale Palma d'oro: Winter Sleep di Nuri Bilge Ceylan Grand Prix: Le meraviglie di Alice Rohrwacher Migliore Regia: Bennett Miller per Foxcatcher Premio della Giuria (ex aequo): Mommy di Xavier Dolan e Adieu au langage di Jean-Luc Godard Migliore attore: Timothy Spall per Mr. Turner Migliore attrice: Julianne Moore per Maps to the Stars Migliore sceneggiatura: Andrey Zvyagintsev e Oleg Negin per Leviathan Palma d'oro per il miglior cortometraggio: Leidi di Simón Mesa Soto Camera d'or (migliore opera prima): Party Girl di Claire Burger, Samuel Theis e Marie Amachoukeli
Un Certain Regard
Premio Un certain regard:
Premio della giuria:
Premio speciale Un Certain Regard:
Premio "d'ensemble":
Migliore attore:
Semaine Internationale de la Critique
Gran Premio:
Premio SACD:
France 4 Visionary Award:
Quinzaine des Réalisateurs
Art Cinema Award:
Premio SACD:
Label Europa Cinema:
Premio Illy per il miglior cortometraggio:
Menzione speciale:
Premi vari
Palma Queer:
Palma Dog:
Premio della Giuria Ecumenica:
Premio FIPRESCI (Federazione Internazionale della Stampa Cinematografica) - Concorso internazionale:
Premio FIPRESCI - Un Certain Regard:
Magazine Cultura
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