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Can che abbaia non morde

Da Fiaba
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Venerdì 08 Febbraio 2013 09:11 Scritto da Martilla

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Cecilio era un bel cagnone fedele. Già vecchiotto, trascorreva la maggior parte del suo tempo sdraiato nella veranda di casa, accanto alla sedia a dondolo, a dormicchiare o a contemplare la campagna circostante. A volte giocherellava con una pallina di gomma o un pupazzetto nel suo angolino preferito, sotto un’enorme poltrona bianca di vimini.

Cecilio era un cane tranquillo e saggio, non abbaiava mai a sproposito. Osservava le persone e le capiva al volo, per questo andava così d’accordo con Bartolo, il suo padrone.

La mattina di buon’ora lo seguiva nella consueta passeggiata distensiva pre- lavoro, dopodiché si accasciava esausto sul tappeto del salotto, dove la padrona di casa, Berenice, gli portava una bella ciotola di filetto di carne scelta, una prelibatezza da intenditori.

Ultimamente, a causa della vecchiaia, Cecilio aveva perso quasi tutti i denti e il veterinario, dopo una visita attenta e accurata, gli aveva fatto recapitare una dentiera realizzata ad arte da un tecnico canino specialista.

Il cane Cecilio, altresì cocciuto e un po’ permaloso, non si rassegnava all’idea di invecchiare e di non avere più i suoi denti. Temeva che la notizia dilagasse in paese, e che gli altri cani l’avrebbero deriso, o ancora peggio, i gatti! Perciò si ostinava a voler mangiare tutti quei cibi (come ad esempio i croccantini) che avrebbero richiesto una dentatura sana e robusta. Finiva per andargli tutto di traverso e Cecilio tossiva e tossiva e sputacchiava.

Bartolo il suo padrone si divertiva un mondo ad assistere a quelle scene.

- E’ inutile continuare così, vecchio mio. Rassegnati alla situazione e fai buon viso a cattivo gioco-.

Ma il cane non mollava, e per partito preso smise di mangiare e diventò inappetente.

Dimagriva a vista d’occhio, e Bartolo era molto preoccupato.

- A  mali estremi, estremi rimedi- concluse un giorno Berenice.

Decise di mettere tutti i cibi preferiti di Cecilio nel frullatore, ottenendo così una sorta di mousse, o crema, che il cane avrebbe potuto benissimo mangiare anche senza denti. Carne, verdura, tutto triturato e frullato.

Cecilio si trovò davanti la sua solita ciotola, ricolma questa volta di crema di filetto. All’inizio arricciò il naso (la vecchiaia rende schizzinosi), ma non seppe resistere al profumo di carne fresca, e più che la cocciutaggine poté il digiuno. Cecilio leccò la mousse avidamente, e con la pancia piena si addormentò come un sasso.

Bartolo e Beatrice erano molto soddisfatti dei risultati ottenuti, e continuarono con la loro strategia.

Dal canto suo Cecilio era oltremodo contento di avercela fatta anche senza quell’orrida dentiera, e l’indomani, verso l’ora di pranzo, uscì sulla veranda e si mise ad abbaiare di gioia.

Una vecchina che passava di lì si spaventò dei continui latrati di un cane che per giunta era privo di guinzaglio e museruola.

- Non ha nulla da temere, signora Adelina- la rassicurarono Bartolo e Berenice- tanto can che abbaia non morde!-.



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