(Articolo di Lorenzo Ceotto, per “StoriadeiFilm.it) - Anche se non ha vinto la statuetta agli Oscar, “Timbuktu” rimarrà comunque nella storia, perché è il primo film mauritano ad aver ottenuto la candidatura, ma soprattutto per l’importanza e il peso specifico dei caratteri sociali, storici e cinematografici che porta in scena. La corsa agli Oscar, per fortuna, lo ha reso più visibile, mettendolo in risalto all’attenzione generale, anche a frange più massificate oltre la coltre cinefila che già aveva pregustato il valore del film tra anteprime e indiscrezioni all’ultimo Festival di Cannes.
Il trailer di “Timbuktu”, dal Canale Youtube FilmTv.it.
“Timbuktu”, candidato all’Oscar come miglior film straniero. Sicuramente ad accentuare l’attenzione sul film di Abderrahmane Sissako ci sono le tematiche che tratta, tutte fortemente collegate alle questioni tese che tanto caratterizzano il dibattito mediatico e globale contemporaneo, come quelle attualissime dell’estremismo islamico e delle occupazioni dei regimi jihadisti che prendono in ostaggio interi villaggi diffondendo il terrore.
“Timbuktu” è un film coprodotto fra Francia e Mauritania, ambientato nei nove mesi, tra 2012 e 2013, durante i quali “la perla del deserto” cadde sotto l’assedio dei ribelli. In particolare la storia prende spunto da un episodio accaduto … (per continuare a leggere l’articolo > “storiadeifilm.it”']);">cliccare qui –>> “storiadeifilm.it”)