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Candy candy nostalgia

Creato il 23 agosto 2010 da Francy

CANDY CANDY NOSTALGIA

Le ultime generazioni hanno avuto modo di conoscerlo solo grazie a qualche spezzone su Youtube, a qualche file sgranato scaricato con Emule e Bit torrent, o a qualche vhs ormai polverosa ritrovata a qualche fiera o da qualche fan più anziano, o sfogliando qualche vecchio giornalino, ma Candy Candy resta tutt'oggi uno degli anime giapponesi più amati di tutti i tempi, anche per chi poi non ha continuato a seguire il mondo rutilante degli otaku e dei manga.

Arrivato sugli schermi italiani nella primavera del 1980 dopo aver ottenuto ottimi consensi in patria, in Francia e nei paesi di lingua spagnola, trasmesso sui canali privati dove fece registrare uno dei primi boom di ascolto non Rai, Candy Candy, pur con tutti i limiti di realizzazione (la protagonista gira vestita sempre allo stesso modo per un tot di episodi, come a sancire delle fasi e oggi questo è decisamente obsoleto, senza contare il riciclo dei posti e degli scenari) resta una storia e un personaggio di culto, a metà strada tra il romanzo popolare europeo e la telenovela, ma fatto in animazione.

La storia di Candy, raccontata in un manga di oltre mille pagine e in un anime di 115 episodi, segue la protagonista attraverso varie fasi, dall'infaCANDY CANDY NOSTALGIAnzia felice presso la Casa di Pony (lontanissima come stereotipo da quello classico degli orfanotrofi come luoghi di tristezza e violenza) all'infelice permanenza presso la perfida famiglia Legan, dall'amore platonico troncato tragicamente con Anthony al periodo come studentessa presso il collegio inglese Royal St. Paul School durante il quale la nostra eroina si innamora dell'affascinante Terence, al ritorno in America che la porta a scegliere poi la professione da infermiera fino all'età adulta, mentre in Europa si combatte la Grande Guerra. Una storia certo non priva di lungaggini, di ripetizioni (soprattutto nell'anime), ma che ha saputo affascinare una generazione di ragazzine (e non solo loro, visto che Candy era amato anche dai maschietti e da non pochi adulti di ambo i sessi) che giorno per giorno si commuoveva e si appassionava con una storia che comunque sa coinvolgerti, anche solo per vedere come va a finire.

Dietro a Candy c'è tutto il mondo degli shojo manga, il filone più prolifico ed interessante dei manga, dove autrici come appunto quelle di Candy, Yumiko Igarashi e KyoCANDY CANDY NOSTALGIAko Mizuki, ma anche Riyoko Ikeda, la "mamma" di Lady Oscar (vedi qui), Waki Yamato, creatrice di Mademoiselle Anne e tante altre, hanno inventato storie dove si mescolano vari generi, dal romanzo storico alla storia di formazione, dal romance all'horror. Gli shojo manga hanno saputo infatti mettere insieme in maniera sincretica tutta la tradizione romantica occidentale e la lezione della letteratura per dame di Murasaki Shikibu: dietro a Candy si scorgono riferimenti abbastanza evidenti a Jane Eyredi Charlotte Bronte, a Piccole donne di Louisa May Alcott, a Orgoglio e pregiudizio (i battibecchi tra Candy e Terence ricordano non poco quelli tra Darcy ed Elizabeth) e le autrici hanno sempre detto di essersi ispirate a Papà gambalunga di Jean Webster, soprattutto per l'esito finale della vicenda, che vede Candy sposarsi con Albert, il suo benefattore.

In Italia le fan preferivano (e preferiscono ancora oggi) il bel tenebroso Terence, amore romantico e decisamente un po' sanguigno, attore di talento che finiva intrappolato dalla sua ex collega diventata invalida Susanna Marlowe, per cui si preferì cambiare i dialoghi dell'anime in tv facendo credere che Candy avrebbe poi raggiunto Terence, ed aggiungere un finale posticcio ad uno dei due film di montaggio usciti al cinema con Candy e Terence che si abbracciavano. Sarà stato anche il primo tentativo di creare un CANDY CANDY NOSTALGIAfinale falso ad un anime giapponese, ma senz'altro la maggior parte dei fan italiani ha apprezzato, tenendo però conto che c'erano anche sostenitori di Albert, visto come più affidabile, ma anche inevitabilmente più noioso, in una prospettiva di una storia che voleva essere follemente romantica.

Del resto Candy Candy fu nel nostro Paese un vero e proprio fenomeno di fandom, ancora di più per certi versi dei pur popolarissimi Heidi e Atlas Ufo robot, anche perché fu la prima storia made in Japan ad essere sfruttata in maniera seria da una casa editrice italiana, il Gruppo editoriale Fabbri, che produsse tutta una linea di oggetti per la scuola e il tempo libero con sopra l'effige di Candy ricavata per lo più da immagini originali anche molto belle, ma che soprattutto propose la prima rivista contenitore di manga in italiano, con il settimanale di Candy Candy. Sulle pagine di un giornalino ancora oggi ricordato come mitico dalle sue lettrici, che spesso conservaCANDY CANDY NOSTALGIAno gelosamente le annate ormai polverose, si poté trovare la traduzione del manga (colorizzata, ma fatta bene), alcune rubriche di varietà anche abbastanza interessanti anche se pensate per un target di ragazzine, la traduzione di altri shojo manga (non sempre eccellenti come operazioni, basti pensare alle censure e interruzioni a cui andarono incontro i fumetti di Lady Oscar, Georgie e Via col vento) e un seguito posticcio di Candy fatto in Italia con il quale però ci si perse un po' per strada.

Come mai è tutto finito, in un momento in cui l'effetto nostalgia traina sempre di più? Non è stata colpa degli appassionati, che continuano a cercare gadget e pubblicazioni on line e alle fiere del fumetto, come le bellissime bambole licenziate in Italia dalla Poljstil su modello giapponese, e che rivedrebbero molto volentieri la serie, magari in una bella edizione in dvd con contenuti speciali. La colpa di tutto è la lite che contrappone da anni le due autrici di Candy, Kyoko Mizuki e Yumiko Igarashi, poi inventrice di altri universi interessanti come quello da feuilleton ottocentesco di Georgie e quello fantasy al femminile de La spada di Paros. Un tempo le due erano amiche inseparabili, vennero anzi insieme in Italia ai tempi del settimanale, poi i casi della vita le hanno divise, e da parte della Igarashi c'è stato un voler bloccare a tutti i costi i diritti di pubblicazione di Candy sotto tutte le forme in tutto il mondo per evitare che anche Kyoko Mizuki ne potesse usufruire. In due gradi di giudizio è stato stabilito che il personaggio di Candy deve poter arricchire entrambe, ma evidententemente la fine di un'amicizia porta anche al voler impedire alla propria CANDY CANDY NOSTALGIAex collaboratrice di poter vedere riconosciuto il proprio lavoro.

Dopo anni di assenza, si è sbloccata la situazione di Sailormoon, altro shojo manga ed anime popolarissimo, che era stato bloccato come diritti dall'autrice Naoko Takeuchi che non aveva gradito le censure e che ha richiesto e ottenuto determinate garanzie: qui la testa da mettere d'accordo era una sola, e non per storie di ripicche ma per una questione in definitiva comprensibile.

Purtroppo non si vede come altrettanto facile una soluzione del caso di Candy, ed è un peccato comunque, non solo perché ci sarebbero pronte le case editrici per una pubblicazione del manga e della serie in dvd e perché numerose reti televisive vorrebbero proporre quello che è comunque un classico. Ma a volte le beghe personali possono distruggere un sogno.

CANDY CANDY NOSTALGIA
Elena

La famosa sigla...



E il bacio fra Candy e Terence ve lo ricordate?...


CANDY CANDY NOSTALGIAEravate anche voi fra le fan di Candy Candy, un po' innamorate di Terence o di Albert? Lasciate un commento.

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