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Gran bel personaggio, Edie Sedgwick. Fuggita via da una famiglia ricca di Santa Barbara, da un destino borghese già scritto per lei dai genitori, è diventata la best friend e musa di Andy Warhol in quel di New York City. Una modella barra attrice barra superstar che ha avuto i suoi 15 minuti di popolarità negli anni Sessanta ma ancora oggi è ricordata come icona di stile e bellezza unici. Una grande, che probabilmente meritava un film biopic a lei dedicato molto migliore di questo.
La regia di tale George Hickenlooper (who the fuck is him?) rende gli ossequi a uno stile Sixties chiaramente rispettato. Fin troppo, visto che il tizio non riesce a dare una visione minimamente personale del periodo. La trama del film è poi estremamente debole, quasi quanto quella dei film improvvisati di Warhol, basata più che altro sul rapporto tra Edie ed il genio della pop art, coppia super glamour irrisolta (d’altronde lui era gay, anche se con Edith avrebbe forse fatto volentieri un’eccezione…). C’è naturalmente anche la tanto discussa relazione con Bob Dylan, inserito sotto mentite spoglie. Nel film fa la figura del gran coglione, quindi non c’è da stupirsi che non abbia dato il suo consenso a questo film… Hayden Christensen nei panni del simil-pseudo-Dylan non convince un granché, molto meglio gli alter-ego di Io non sono qui fotografati dai vari Heath Ledger, Christian Bale, Richard Gere e Cate Blanchett.
Factory Girl è un film che ha la grave colpa di essere poco stiloso (un poco lo è, ma non abbastanza), un peccato mortale per una storia che racconta di Edie & Andy (interpretato da un macchiettistico Guy Pearce) mica di Albano & Romina. Il regista in tal senso avrebbe fatto meglio a prendersi due appunti guardando qualche episodio a caso della raffinatissima serie 60s Mad Men (di cui potrei parlare a breve, visto che negli USA sta per partire la quarta attesissima stagione). La pellicola definitiva in grado di cogliere quel periodo magico di sperimentazione & follia psychedelica (forse incoglibile agli occhi del mondo malato di oggi) non è stata ancora girata, visto che pure Basquiat e Ho sparato a Andy Warhol (entrambi comunque migliori di questo) mi sono sembrati decisamente incompiuti e non del tutto convincenti.Persino la colonna sonora non offre grandi soddisfazioni, e sì che di materiale 60s dubi dubi yeah yeah della Madonna a disposizione ce ne sarebbe stato, a segno di una ricostruzione che lascia davvero a desiderare. A tenere alto il nome di Edie meno male che ci pensa allora Sienna Miller, totalmente in parte e totalmente splendida. Se Factory Girl vale quindi una visione è grazie a lei e a un personaggio che merita perlomeno di essere conosciuto. Per più di 15 minuti.(voto 5,5)
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