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Cane e padrone Thomas Mann

Creato il 27 agosto 2012 da Webnewsman @lenews1

Durante la stesura di un suo romanzo, Thomas Mann decide di scrivere un romanzo che diventa l’inno alla natura e al migliore amico dell’uomo: il cane. Bauschan è il protagonista a quattro zampe del romanzo. Il padrone è un personaggio, che secondo i critici con la satira necessaria dello scrittore potrebbe essere lo stesso Mann. Bauschan è un bracco tedesco non proprio puro, ma questa situazione è vista come una cosa che crea tenerezza nel lettore. I capitoli più belli sono quelli dedicati alla riserva. Dove si può assaporare un mondo secolare con le nuove costruzioni, dove l’acqua: l’autore addirittura arriva a fare un paragone con la placenta della mamma. L’acqua non solo vista come il fiume, ma in tutte le sue forme partendo dal piccolo stagno. Ne emergono le conoscenze botaniche delle varie piante. Ma torniamo a Bauschan. E’ stato acquistato in montagna in una vecchia pensione, diventa il compagno di avventura del protagonista. Tanto importante che quando i due si allontanano temporaneamente per delle emorragie di bauschan, e la necessità di un periodo di osservazione in clinica. Il padrone si sente libero, ma questa libertà è peggiore. Perché senza il suo fedele compagno, non può fare le passeggiate che lo fanno stare bene. L’atra situazione bellissima è legata alla caccia, il bracco tedesco pur non puro ha il senso della caccia alla lepre e a tutto il mondo selvatico. Pur non essendo puro in lui è innata questa caratteristica. In un primo tempo è il padrone che prende in giro il cane perché nonostante i suoi sforzi non riesce ad assicurare un arrosto per la cena. Poi il padrone prende coscienza  di essere forse lui non in grado di aiutare il cane nella caccia. Il modesto aiuto dato per togliere una radice o un sasso incastrato nel terreno con il bastone, nella caccia ai piccoli roditori, non è sufficiente alla caccia alla lepre e alle anatre. Un cacciatore fa in modo che sia Bauschan a irridere il suo padrone. Due episodi bellissimi sono quando una pecora  s’innamora di Bauschan seguendolo, costringendo il padrone nella passeggiata a tornare verso l’ovile. E il secondo quando Bauschan rincorrendo un leprotto lo ritrova in braccio al proprio padrone, ma l’aiuto che gli aveva voluto sempre dare nella caccia, si mischia con la tenerezza del leprotto, il tutto si conclude con la fuga del leprotto. E’ un inno al cane da caccia anche non di razza pura, è un inno al rapporto uomo cane, è un inno alla natura. Questo dovrebbe far riflettere i cacciatori che abbandonano i propri cani da caccia  perché non sufficientemente dotati. Sicuramente i più bei compagni di vita potrebbero essere quei bracchi, bracco come simbolo del cane da caccia che trovate nei canili delle vostre città.


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