Spesso in giro vedo gente che parla con gli animali.
Li tengono in braccio,li coccolano e …parlano.
Una parlata tra umani,un senso logico tra due lingue uguali che scambiano idee.
Attento li,non farlo piu’,amore mio,hai fame…ecc…
Ma se il cane,ad esempio abbaia,queste persone lo capiscono?Domanda numero uno.
Se il gatto miagola queste persone lo capiscono?Domanda due.
Ma parlano e si addentrano dentro un confine di amore tra padrone e fido,tra chi negli animali oltre a trovare amorevole compagnia trova un discorso da instaurare reciprocamente.
E non vedo la solita vecchietta sola che ha bisogno di una attenzione che,spesso,non trovandola nelle persone,la cerca appunto negli animali.
Parlo di giovani,persone di media eta’ che dialogano con loro quando passeggiano per strada,in macchina(giuro li ho visti..)o alla fermata del bus.
Parlare con qualcuno sembrerebbe la giusta ricetta che, una volta, il psicologo di turno adoperava per far scaricare il proprio paziente e fargli uscire fuori il lato dei suoi psicodramma interni.
Oggi e’ lui,il canegatto fidato,che diventa la valvola di sfogo psicologica di molti,l’amico con cui confidarsi e raccontare come e’ andata la giornata lavorativa o il maledetto incontro con l’ex di turno..cambiamento dei tempi anche questi.