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Cani Sciolti (di Baltasar Kormákur, 2013)

Creato il 26 novembre 2013 da Frank_romantico @Combinazione_C

[Recensione] Cani Sciolti (di Baltasar Kormákur, 2013)
Andare a vedere Cani Sciolti è come fare un salto in un'epoca passata che, al giorno d'oggi, ha veramente poco da dire. Andare a vedere Cani Sciolti vuol dire cercare una cosa sola in un certo tipo di cinema che ora non c'è più e che se c'è, è solo la (brutta) copia della (brutta) copia della (brutta) copia. A vedere Cani sciolti ci saranno andati solo quel certo tipo di persone che "sono molto anni '80, dov'è finito il cinema anni '80, voglio tornare negli anni '80". Io gli hanni '80 li ho vissuti ai margini, considarato che ci sono nato (all'inizio di quegli anni), ma vivere qualcosa ai margini ti permette di guardare quella stessa tal cosa da un punto di vista diverso, non dico migliore ma sicuramente meno "inquinato". Quindi Cani Sciolti l'ho visto aspettandomi e non aspettandomi niente di più di quel che sembrava promettere fin dal trailer, fin dal titolo. E per questo non ne sono rimasto né deluso né esaltato. Perché questo film dell'islandese Baltasar Kormákur non è niente di più di un u.s.a. & getta, un pasto precotto, un prodotto da fast food. Ma allo stesso tempo è un panino gustoso farcito di tutte quelle salse che piacciono a chi va a vedere consapevolmente un film come questo.
Bobby e Stig sono due delinquenti che lavorano per il narcotraffico messicano. Ma Bobby e Stig sono anche, rispettivamente, un poliziotto e un militare infiltrati che si metteranno tutti contro nel tentativo di fare il loro mestiere: Cia, trafficanti di droga, marina militare. E toccherà andare d'accordo e unire le proprie forze per salvare le loro vite e quelle degli altri.
[Recensione] Cani Sciolti (di Baltasar Kormákur, 2013)
Buddy movie come quelli di una volta, film action a medio cottura che vive di stereotipi, in primis quello dei due "poliziotti" amici/nemici uno bianco e uno nero. Un film dalla battuta sempre pronta, tutto sparatorie e cazzottoni in faccia. Eppure un film molto misurato, che si confronta con la tradizione e non sfigura. Certo, i paragoni con John Woo nascono spontanei (il primo regista action ad essere immigrato con successo in America), i debiti verso il cinema di Richard Donner sono evidenti, ma alla fine quello di Kormakur è un film che non pretende chissà quale innovazione, non la promette nemmeno. E' un film ben girato e totalmente basato su botta e risposta e sparatorie, su scene al limite che si conseguono in un gustoso gioco iperbolico che esclude ogni qualsiasi attività intellettiva da parte dello spettatore. Insomma, da mangiare e digerire così com'è.
Alla base c'è la strana coppia Denzel Washington/Mark Wahlberg, il primo veterano di un certo tipo di cinema, il secondo non più giovane interprete di film muscolosi e intrinsecamente retrò. Ha circondarli tante facce da duro (James Marsden, Bill Paxton, Edward James Olmos) e la classica bella donna (Paula Patton) che in pellicule mascule come questa non può mancare, una di quelle che ti sbattono in faccia il loro corpicino niente male e, se hanno tempo, diventano motore dell'unica vena sentimentale in un susseguirsi di violenza violentissima ma sempre fumettistica (e infatti il soggetto è stato tratto da un fumetto). Ed è tutto così come deve essere, un film che si lascia guardare e godere per il tempo che dura, facendoti uscire dalla sala soddisfatto anche se non esaltato. Solo che mi chiedo in quanti apprezzino ancora questo tipo di cinema e per quanto tempo ancora si potrà fare. Forse finché ci saranno ancora le facce giuste e il giusto modo di intenderlo. O finché ci saranno ancora i registi che lo sanno mettere in scena, perché il cinema di intrattenimento bisogna pretenderlo almeno ben girato, altrimenti non ha più senso.
[Recensione] Cani Sciolti (di Baltasar Kormákur, 2013)


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