Troppa luminosità acceca, si sa, e fa precipitare nel buio.
È il dato da cui è partito il disegnatore francese Baru (pseudonimo di Hervé Baruléa, classe 1947) per realizzare graficamente il romanzo a fumetti La canicola, un racconto attraversato in quasi tutte le sue pagine da un'abbacinante luce estiva e però, malgrado questo, torbidamente nero.
Di più: nerissimo.
Un noir dalle atmosfere malate che ruota attorno ai rapporti morbosi che legano fra di loro i componenti di una famiglia più che mai disfunzionale e residente in una fattoria situata in un punto imprecisato della campagna transalpina.
Il graphic novel in questione è un adattamento del romanzo omonimo (inedito in Italia) dello scrittore Jean Vautrin, anche autore della sceneggiatura a fumetti. Nato nel 1933 nella regione della Lorena, Vautrin (all'anagrafe Jean Herman) è uno specialista del poliziesco e del thriller ma nella sua lunga carriera - oltre a cimentarsi con l'attività di regista cinematografico, dirigendo cinque film - ha scritto molte altre cose.
Alcuni dei quali, almeno all'inizio, accolgono favorevolmente l'avvento del bandito: la depressa Jessie vede in lui un potenziale uccisore di Horace, il suo coniuge greve e violento, capofamiglia colmo di frustrazioni e perennemente dedito all'alcol e alla masturbazione; il piccolo Joachim, picchiato sistematicamente da Horace (che è il suo padre putativo), spera di cambiare vita grazie alla refurtiva di Cobb; da ambizioni analoghe a quelle del ragazzino è mosso Socrate, zio sovrappeso con un ridicolo cappello calcato sulla testa e una prostata a pezzi; la patetica ninfomane Ségolène, che vive assieme a Horace e agli altri ma i cui legami con la famiglia restano non del tutto chiariti, si accontenterebbe invece che il gangster desse soddisfazione alle sue brame sessuali. Se la situazione, all'interno della fattoria, assomiglia insomma a quella di una bomba non disinnescata che potrebbe esplodere da un momento all'altro, Jimmy Cobb è il detonatore perfetto: dal momento in cui l'americano si rifugia nel casale, tutto precipita inesorabilmente, originando una tragedia terribile ma assai poco catartica.
L'impressione è infatti che chi rimarrà in vita proseguirà con le condotte belluine di sempre: ancora nella fattoria, oppure lontano da essa, ma sempre bestiale nei comportamenti, animale tra gli animali, laido quanto il cinghiale e la scrofa che si accoppiano nelle tavole finali del fumetto.
Anzi di più, perché gli animali sono innocenti nella loro bassezza, mentre l'umanità abbrutita raccontataci da Vautrin e dal segno grottesco di Baru, mossa com'è da aspirazioni non si sa se più bieche o più ridicole, no. E quasi non resta che sperare che l'implacabile sole la bruci una volta per tutte, assieme alle incolpevoli spighe di grano.
Abbiamo parlato di:
La canicola
Jean Vautrin, Baru
Traduzione di Stefano Sacchitella
Coconino Press Fandango, 2014
112 pagine, brossurato, colori - 17,00€
ISBN: 9788876182686