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Cannabis al volante….pericolo costante

Creato il 07 agosto 2014 da Giulianoguzzo @GiulianoGuzzo

incidenti-stradali

Una “canna” non ha mai ucciso nessuno, amano ripetere i sostenitori della legalizzazione della cannabis. Effettivamente è così, anche se il ragionamento ha una sua intrinseca debolezza: anche un bicchiere di vino non uccide nessuno e neppure il proiettile di una pistola necessariamente uccide, tuttavia nessuno osa negare che la diffusione dell’alcolismo e delle armi rappresentino delle problematiche. Ragionando in termini meno retorici possiamo invece ricordare che lo spinello ha – eccome – una sua pericolosità: anzitutto, alla faccia di chi lo dipinge come totalmente innocuo, provoca il deposito di catrame e l’apporto di monossido di carbonio pari a quello di 2-5 sigarette (Thorax 2007).

Inoltre il consumo di cannabis accresce il rischio di psicosi (Psychological Medicine 2011), di crisi depressive (Can J Psychiatry 2010), di ammalarsi di cancro (Cancer Epidemiol Biom Prev 1999), di avere problemi al cuore (Int J Cardiol 2007), ai reni (Morbidity and Mortality Weekly Rep 2013), di passare al consumo di droghe più pesanti (Neuropharmacology 2014) ed un recente studio tedesco avrebbe individuato almeno due casi di decessi per problemi cardiocircolatori determinati, pare, proprio da un’assunzione eccessiva di cannabis (Forensic Science Intern 2014). Se insomma rimane vero che una singola “canna” non uccide, è altrettanto vero che occorre una buona dose di fantasia – sarebbe più corretto parlare di incoscienza – per arrivare a sostenerne l’innocuità.

Tanto più se si considera il versante automobilistico. Infatti, dal momento che la cannabis altera, rallentandoli, i tempi di reazione dei soggetti che ne fanno uso (British Journal of Pharmacology 2013), non occorre un indovino per comprendere quanto possa costituire un pericolo per la sicurezza pubblica. E’ un problema del quale in Italia, per evidenti ragioni di convenienza politica, si preferisce non parlare ma che conoscono bene i poliziotti spagnoli i quali, in seguito ai quasi 1.000 test antidroga effettuati dal 14 al 20 luglio scorso, hanno scoperto positivi ben 309 conducenti di auto, 230 dei quali – la stragrande maggioranza – son risultati positivi alla cannabis (Ministerio del Interior, 24/7/2014).

Sono numeri oggettivamente allarmanti, che dovrebbero alimentare almeno qualche perplessità rispetto al proposito di procedere, come non pochi si augurano, alla depenalizzazione delle cosiddette delle droghe leggere. A meno che non si voglia ripetere l’infelice esperienza del Colorado dove – legalizzata la cannabis ed a fronte di una sostanziale stabilità degli incidenti d’auto mortali conseguenti al consumo di alcol – hanno assistito ad una crescita di quelli dovuti al consumo di cannabis, che sono triplicati nel giro di appena dieci anni (American Journal of Epidemiology 2014). Dipende se s’intende continuare a seguire degli slogan – come quello, che abbiamo visto essere assai fuorviante, secondo cui una “canna” non ha mai ucciso nessuno – oppure se si accetta, liberandosi dai pregiudizi, di fare i conti con la realtà.



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