Mentre ancora fa discutere la scelta dell’approvazione della legge sull’utilizzo della cannabis indiana per fini terapeutici accolta dal Consiglio Regionale pugliese, è di questi giorni la notizia della scarcerazione di un 57enne trovato in possesso della sostanza stupefacente utilizzata, a suo dire, come lenitivo.
Protagonista di questa vicenda è Cosimo Fonzetti, bracciante di Villa Castelli (Brindisi), posto ai domiciliari ad inizio settimana dopo essere stato trovato in possesso di 170 grammi di fiori di canapa.
Le vicessitudini di Fonzetti erano cominciate già con un arresto il 28 maggio 2013, quando i carabinieri sequestrarono nella sua abitazione 87 piante di cannabis che gli erano costate un arresto.
Eppure Fonzetti e il suo avvocato Cosimo De Leonardis sono riusciti per mezzo di certificati medici, a dimostrare la presenza di una severa forma di patologia vertebrale che causa al bracciante forti dolori c che questi ultimi venissero attenuati dall’utilizzo della canapa.
Durante l’interrogatorio Fonzetti accusato di spaccio, ha ribadito con fermezza di essere in possesso e di produrre la cannabis per soli fini terapeutici e lenitivi, si è inoltre dichiarato disponibile ad utilizzare metodologie curative alternative che gli evitino di incorrere in ulteriori guai giudiziari, a patto che le terapie diano benefici tangibili tanto quanto quelli constatati attraverso il consumo della sostanza cannabinoide.
Fatte queste considerazioni, esaminata attentamente la certificazione e constatato che nei pressi dell’abitazione del Fonzetti non si aggirava alcun personaggio sospetto, il gip di Brindisi Paola Liaci ha assolto il bracciante durante l’udienza di convalida del fermo con la seguente motivazione: “le patologie sono provate mediante esibizione di documentazione medica… nulla emerge per ritenere che la sostanza fosse destinata ad essere ceduta a terzi.”
Questa la conclusione della vicenda del bracciante brindisino che si spera possa gettare le basi per una nuova consapevolezza: quella di riconoscere alla cannabis proprietà miorilassanti e sedative.
Grazie all’introduzione del decreto del 18 aprile, in Italia è possibile farsi prescrive (tramite ricetta medica) alcuni derivati della cannabis dalle inconfutabili proprietà terapeutiche eppure nonostante questo sono ancora pochi i medici a prescrivere correttamente il farmaco di conseguenza sono pochi i pazienti che possono usufruire di importanti cure analgesiche.
Cannabis e mal di schiena:illegalità o perbenismo?, 10.0 out of 10 based on 2 ratings