Meta tesori nascosti a cura de "il Colibrì"
Questo simpaticissimo brano è tratto dalla pubblicazione “Meta tesori nascosti” realizzata dalla onlus “Il Colibrì” di Meta, pubblicazione alla quale modestamente ho partecipato anche io.
Il ricavato di questa gradevolissima pubblicazione verrà devoluto interamente alla scuola di Sartoria intitolata a “Lia Castellano” a Bukavu in Congo.
Il passo che vado a proporvi parla della “cannarutizia” dei metesi, un bellissimo brano di Adalgisa Mastellone la spiegazione sul significato del termine, è racchiusa nel suo interno.
Per meglio ampliare le vostre conoscenze linguistiche, invece, vi invito a leggere l’articolo dal titolo “Gola, golosità, e dintorni” del mio amico Lello Bracale.
Noi metesi siamo cannaruti e consapevoli di esserlo. Chi pensasse di tradurre cannarutizia, sic et simpliciter, con golosità commetterebbe un errore interpretativo: cannarutizia porta in sé un rapporto profondo, sibaritico e complesso con il dolce.
Il goloso si accontenta e siede alla tavola di Trimalcione.
Noi cerchiamo l’amore e sediamo alla tavola di Lucullo. Amore per gli ingredienti giusti e selezionati, per i quali la lavorazione deve essere accurata e mai
...la proverbiale cannarutizia dei metesi...
frettolosa: tutto si deve fondere armonio-samente, in un amplesso culinario dalle grandi promesse.
Amore per la ricerca nell’accostamento inusita
to degli alimenti e nello stesso tempo amore per la tradizione e per la stagionalità: nelle feste comandate anche il dolce ha il proprio ruolo rituale e stabilizzante.
Il risultato è, come dice un mio amico, “un dolce che, per buona educazione,
teme il canino, vede l’incisivo e lo avvolge ma finisce preso nella macina delle arcate mentre la lingua ne rimanda il senso per tenerlo ancora caro.”
La cannarutizia, poi, è una speciale e originale forma di psicoterapia: limita la superbia, accresce l’umiltà, rinsalda i legami della comunità.
Chi ha il grido delle migliori pere ‘mbuttunate non entra in orgoglio perché sa che altre la superano nelle mulignane e’ ‘a ciuculata o nella pastiera o… Ed ognuna chiede e offre all’altra il prodotto della propria eccellenza: intrecci cannaruti intensificano le relazioni della comunità.
Golosi i metesi? No di certo! Cannaruti