Torno dopo un giorno di assenza per parlare di Cannes e nello specifico di Drive di Nicholas Winding Refn, che è stato forse il film più apprezzato dalla critica italiana (l'unica che conosco bene e in parte frequento): un noir ambientato a Los Angeles con protagonista uno stuntmen che lavora come autista per la malavita. Vista la trama, cita naturalmente i classici postmoderni del genere, con Mann e Friedkin su tutti, e lo fa piuttosto bene, senza essere derivativo e senza sembrare pretestuoso, trasmettendo, anche grazie alla recitazione stupefatta e ironica di Ryan Gosling, l'energia distruttiva ed elegiaca di decine e decine di modelli cinematografici. Refn, inoltre, ha un senso dell'inquadratura notevole e soprattutto nei campi-controcampi (che sono la base del cinema classico) sa dislocare le figure in modo tale da creare legami primi di tutto visivi e solo in un secondo momento narrativi. Il film è bello, insomma, ma quello che convince meno è l'uso eccessivo che fa del ralenti e della musica eighties, dando vita a scene dilatate in cui i personaggi danzano in modo cadenzato e trasmettono un sentore di perdizione e malinconia che suona un po' come un ricatto estetico. I difensori dicono che per questo motivo, per la stilizzazione e per la libertà con cui sceglie le musiche, non si può non amare un film come Drive. Ma per lo stesso motivo si potrebbe dire esattamente il contrario, sospettando della presunta ingenuità cinefila di Refn e convincendosi della calcolata magnificenza plastica dello stile. Un po' come per Sorrentino, il cui This Must Be the Place è di parecchio inferiore a Drive ma ugualmente costruito su una ricercatezza stilistica che unisce lo stupore europeo per l'iconografia americana (in questo caso il paesaggio e non il cinema di genere) e la fa riverbare all'infinito attraverso il ralenti e il rimando musicale immediato (Arvo Part e Riceboy Sleeps). E' tutto cinema della modernità, dunque interessante e coinvolgente, ma pure cinema parecchio furbo. E quindi un po' di sospetto me lo mette (anche se magari poi su Drive cambio parere, non so).
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Torno dopo un giorno di assenza per parlare di Cannes e nello specifico di Drive di Nicholas Winding Refn, che è stato forse il film più apprezzato dalla critica italiana (l'unica che conosco bene e in parte frequento): un noir ambientato a Los Angeles con protagonista uno stuntmen che lavora come autista per la malavita. Vista la trama, cita naturalmente i classici postmoderni del genere, con Mann e Friedkin su tutti, e lo fa piuttosto bene, senza essere derivativo e senza sembrare pretestuoso, trasmettendo, anche grazie alla recitazione stupefatta e ironica di Ryan Gosling, l'energia distruttiva ed elegiaca di decine e decine di modelli cinematografici. Refn, inoltre, ha un senso dell'inquadratura notevole e soprattutto nei campi-controcampi (che sono la base del cinema classico) sa dislocare le figure in modo tale da creare legami primi di tutto visivi e solo in un secondo momento narrativi. Il film è bello, insomma, ma quello che convince meno è l'uso eccessivo che fa del ralenti e della musica eighties, dando vita a scene dilatate in cui i personaggi danzano in modo cadenzato e trasmettono un sentore di perdizione e malinconia che suona un po' come un ricatto estetico. I difensori dicono che per questo motivo, per la stilizzazione e per la libertà con cui sceglie le musiche, non si può non amare un film come Drive. Ma per lo stesso motivo si potrebbe dire esattamente il contrario, sospettando della presunta ingenuità cinefila di Refn e convincendosi della calcolata magnificenza plastica dello stile. Un po' come per Sorrentino, il cui This Must Be the Place è di parecchio inferiore a Drive ma ugualmente costruito su una ricercatezza stilistica che unisce lo stupore europeo per l'iconografia americana (in questo caso il paesaggio e non il cinema di genere) e la fa riverbare all'infinito attraverso il ralenti e il rimando musicale immediato (Arvo Part e Riceboy Sleeps). E' tutto cinema della modernità, dunque interessante e coinvolgente, ma pure cinema parecchio furbo. E quindi un po' di sospetto me lo mette (anche se magari poi su Drive cambio parere, non so).
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