- Anno: 2015
- Durata: 89'
- Genere: Commedia
- Nazionalita: Francia, Romania
- Regia: Corneliu Porumboiu
C’era una volta in Romania un uomo che aveva nascosto un tesoro in giardino prima dell’arrivo dei comunisti. Se fosse un racconto, e non un film, l’opera di Corneliu Porumboiu inizierebbe così, come una favola.
Il regista romeno, Camera d’Or nel 2006 con A Est di Bucarest, incornicia in un contesto realista una storia fantastica. Una sera Adrian (Adrian Purcarescu), vicino di casa di Costi (Cuzin Toma), si presenta a casa sua chiedendogli in prestito 800 euro. Costi, padre di famiglia e impiegato, si mortifica nel dargli una risposta negativa e si interessa al suo caso. Adrian aveva una piccola impresa, fallita per via della crisi, e ora ha un debito di 70.000 euro, più 17.000 euro di interessi. Non appena Costi torna dal figlio, il campanello suona di nuovo: è Adrian, davanti a lui per chiedergli se conosce la leggenda del tesoro nascosto prima dell’arrivo dei comunisti e per rivelargli che il suo bisnonno era coinvolto in tale affare. Il segreto gli è stato tramandato, non ci sono prove al riguardo ma Adrian ne è sicuro. Il costo dell’impresa è di 800 euro per affittare un metal detector, e se Costi accetta di partecipare metà del tesoro sarà suo. Quando il meticoloso Costi prenderà informazioni al riguardo, scoprirà di dover dichiarare alla polizia il materiale trovato durante gli scavi, la quale si arroga il diritto di considerare l’eventuale tesoro patrimonio nazionale trattenendo il 30% del suo valore. Inutile dire che i due andranno incontro in una serie di briosi illeciti, tra cui assoldare un “esperto di metal detector” (Corneliu Cozmei) che ha accettato il lavoro a nero e che, per la gioia dello sguardo, si rivelerà davvero “poco esperto”. L’avventura del grigio impiegato ha inizio, all’uomo comune è data l’occasione – una di quelle che capita una sola volta nella vita – di trasformarsi in un super eroe.
In una dimensione narrativa divertita e divertente, Porumboiu non dimentica di inserire dei rimandi alla storia recente del suo Paese. I cambiamenti politici che hanno attraversato la Romania non vengono resi allo spettatore in forma didascalica o pedante, bensì sistemati sullo sfondo della storia della casa, nel cui giardino avvengono gli scavi, come se fossero dettagli secondari, appendici quasi accidentali a un’avvincente caccia al tesoro. La casa con il presunto bottino si porta addosso il peso di un Paese trasformato e plasmato dalla Storia: occupata dai tedeschi nel corso della seconda guerra mondiale, venne poi nazionalizzata dai comunisti nel 1947, recuperata dalla famiglia di Adrian al rientro del trasferimento forzato a sud per diventare successivamente scuola materna e club di strip-tease a seguito della Rivoluzione del 1989, per rimanere infine abbandonata. Dettagli storici che Porumboiu lascia scivolare con delicatezza senza appesantire una storia leggera e piacevole ma che inquadrano bene il contesto storico della Romania. Costi e Adrian, aiutati dall’esperto, dedicano un giorno e una notte agli scavi, periodo in cui più di qualche sorriso viene facilmente strappato a chi ha il piacere di farsi ammaliare da questa favola. I nostri cacciatori d’oro verranno straordinariamente ripagati, sebbene non con il classico tesoro fatto di gioielli, monili e preziosi immaginati dal figlio di Costi. Questo è tuttavia un dettaglio che Porumboiu aggira ancora una volta con astuta perizia, arrivando a un finale degno del miglior racconto di pirati, senza pirati, navi, il viaggio per i sette mari…Comoara (The Treasure) è la prova evidente di come un’idea forte e semplice possa trasformarsi in buon cinema nelle mani di una mente avveduta e sensibile.
Francesca Vantaggiato