Dopo aver già affrontato su queste pagine il vento nuovo che ha investito il movimento del canottaggio dopo l’avvento alla presidenza di Giuseppe Abbagnale , ci occupiamo ora dell’altra grande delusa da Londra 2012, ovvero la canoa velocità.
Innanzitutto c’è da ripartire da un’assenza importnate: infatti dopo Londra la leggendaria Josefa Idem (che proprio in questi giorni ha ottenuto uno straordinario risultato alle primarie del PD in Emilia) ha detto basta e la sua assenza siamo sicuri che si farà sentire, anche semplicemente a livello di carisma e di stimolo che una Campionessa del suo calibro poteva trasmettere a compagne e compagni di nazionale.
Il direttore tecnico della squadra Olimpica Mauro Baron ha da poco ufficializzato lo staff tecnico che nelle sue intenzioni ha il compito di riportare in alto l’Italia della pagaia anche nelle gare di velocità, mentre il settore slalom al momento può contare sulla garanzia Daniele Molmenti, fresco campione olimpico proprio a Londra. Il nome nuovo è quello di Beniamino Bonomi, campione Olimpico a Sidney 2000 e tre volte medaglia d’argento olimpica, che affiancherà Ezio Caldognetto, Giuseppe Buonfiglio e Giuseppe Cannone (questi ultimi responsabili della canoa canadese): Bonomi, in particolare, si occuperà il settore kayak tanto femminile quanto maschile.
Per ciò che concerne l’impostazione del lavoro in questo quadriennio, esso sarà del tutto fondato sui concetti di collaborazione, condivisione e confronto. Queste le parole dello stesso Baron rilasciate sul sito ufficiale della Federazione Italiana Canoa e Kayak lo scorso 21 dicembre: “Ogni tecnico ha delle competenze legate al background di ciascuno, ma è chiaro che lo staff lavorerà comunicando e interagendo con tutte le sue componenti. Non ci saranno compartimenti stagni, ma vasi comunicanti, affinché si riesca a migliorare sempre più l’intesa e a creare sempre più spirito di squadra“.
Non resta allora che augurare buon lavoro al nuovo direttore tecnico e sperare che al più presto questa new wave porti i risultati che l’italcanoa e l’Italkayak meritano anche nella velocità.
OA | Alessandro Gennari