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Cantalamessa? No, Cantalaborsa

Creato il 12 aprile 2012 da Albertocapece

Cantalamessa? No, CantalaborsaSe Francesco d’Assisi invece di donare i suoi averi ai poveri prima di intraprendere la sua strada, avesse scelto di sedere nel consiglio dei mercanti, non sarebbe diventato santo e invece del cantico delle creature avremmo solo qualche libro mastro. Ma per i francescani di oggi è diverso: si può fare vita agiata ed entrare in Borsa, senza avere la minima crisi di coscienza. Soprattutto se si è il predicatore ufficiale della casa pontificia da trent’anni. Per la verità il frate di cui stiamo parlando è un cappuccino, ordine fratello nato intorno al 1500 proprio per contrastare la perdita di rigore e virtù dei francescani classici.

Così Rainero Cantalamessa, a cui si dovrebbe premettere padre, se la cosa non suonasse stonata anche in presenza di eventuali figli della colpa, è diventato consigliere dell’azienda di tessuti Cucinelli in vista della sua entrata nei listini di Piazza affari.Il cachemire val bene una messa e figuriamoci un Cantalamessa.  Sono così gli uomini di chiesa di oggi: vogliono sai morbidi e costosi, soldi e prebende. La povertà la vanno poi a predicare in Tv, agli altri. Però loro no, sono una stirpe a parte a cui sarebbe scortese chiedere coerenza. Passi che l’ex portavoce di Wojtyla e membro dell’Opus dei Navarro Valls, sia diventato consigliere della Geox, almeno non fa parte dei poverelli di Assisi. Ma insomma qui stanno rimpannucciando e calzando l’intero Vaticano.

Proprio una stirpe a parte che pretende una sorta di  impunità innanzitutto alla propria coscienza e poi alla giustizia laica: Cantalamessa è noto per aver commesso una gaffe terribile durante una predica alla presenza del papa: aveva sostenuto che le accuse alla chiesa per aver coperto la pedofilia, era qualcosa di simile alla Shoa. Una vertiginosa cretineria che  è finita su tutti i giornali del mondo e che dimostra non il ravvedimento operoso, ma al contrario la superbia e l’arroganza di chi non vuol fare ammenda e considera la messa in discussione delle azioni anche le più nefande come un ingiustificato attacco. Tanto da ritenere che qualche articolo abbia la stessa valenza di Auschwitz. E non è la sola dimostrazione: c’è anche la “vicinanza” a una setta, Arkeon, accusata di maltrattamenti, abusi e costrizione alle donazioni.

Forse il frate riuscirà altrettanto bene nei consigli di amministrazione, così come nella retorica un po’ facile e trita della sua predicazione, anzi le due funzioni saranno magnificamente sintetizzate nell’invito alle buone azioni.  Quando uno ha la stoffa…


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