Marina Betto racconta una importante realtà enologica d’Abruzzo.
Cantina Frentana è una cantina di soci ( circa 500) con 750 ettari di vigne, che nasce per agevolare la viticoltura di montagna, altrimenti già da tempo scomparsa; in un territorio l’Abruzzo dove la crescita qualitativa dell’enologia coinvolge anche le cantine sociali, come in altre regioni vedi il Trentino ( San Valentin di Cantine San Michele Appiano) o la Sicilia, o il Lazio ( cantina sociale del Piglio).Il Montepulciano oggi è il vitigno largamente maggioritario in regione, seguito dal Trebbiano, si fa avanti poi il Moscato nella zona di Casauria , poi il Pecorino , la Cococciola , Passerina per quanto riguarda i bianchi; Cabernet e Merlot che hanno caratterizzato tutta la produzione degli anni ‘90, e l’immancabile Chardonnay che è servito spesso a nobilitare il troppo neutro Trebbiano, ricordiamo Valentini con i suoi Trebbiano, ma anche Masciarelli, Zaccagnini, Cataldi Madonna, Illuminati.
Cantina Frentana si trova nel Chietino e Chieti ha la superficie più vitata, circa il 70 %,producendo Montepulciano D’Abruzzo; che per gli stranieri è un enigma, non capendo perché si nomina una località toscana, ma è un vino abruzzese. Testardi gli abruzzesi come vuole una certa letteratura, perché forti della propria identità rurale;la natura , il mondo delle piante,il paesaggio, il mondo contadino, la famiglia patriarcale, il paesaggio arcaico sono l’identità culturale abruzzese, così magistralmente celebrata dal grandissimo Gabriele D’Annunzio (abruzzese)che esprime tutto ciò in poesia e prosa, divenendo poeta della natura, della terra, dell’immagine, del suono, e ricavando dalla terra d’Abruzzo ispirazione per le sue liriche, così come aveva fatto Virgilio per le Georgiche e le Bucoliche. Il vino che è un prodotto della terra è anch’esso una sorta di poesia, perché ne è espressione e immagine. Vediamo quindi quale poesia è stata capace di imbottigliare Cantina Frentana. Maurizio Ciri, è piemontese, consulente di Cantina Frentana racconta che in un territorio prevalentemente montuoso, le vigne a pergola, rischiano di essere abbandonate, perché i proprietari ormai sono anziani, e spesso non hanno qualcuno che li sostituisca, ecco l’idea di costituire la “banca dei vigneti”, una sorta di cessione temporanea, con contratto di affitto, e di occuparsi di tutto il ciclo produttivo, dalla vigna alla cantina, avendo il controllo totale del processo produttivo,sono in grado di produrre in modo biologico. Cominciamo a degustare i bianchi autoctoni, che dagli anni 2000 hanno registrato sempre maggior successo: Pecorino, Passerina e Cococciola, sotto la denominazione DOC Abruzzo.
Abruzzo Pecorino Coste del Mulino 2012 ( 13% vol.)
si presenta paglierino scarico, con una bella brillantezza, con il colore figlio della tecnica della criomacerazione;tecnica utilizzata per estrarre profumi e pigmenti e ingrassare anche un po’ il vino. Al naso è fragrante di fiori e di frutta, mela limoncella e nespola e un soffio di erbe aromatiche; in bocca è simultaneo l’impatto dell’acidità con l’alcolicità e perfettamente bilanciato con una scia salina. Ottimo con del pesce dei trabocchi , e pesce azzurro.
Abruzzo Cococciola Coste del Mulino 2012 ( 12,5% vol.)
Colore giallo paglierino scarico brillante e luminoso, profumi floreali “sui generis”, italici ,mediterranei, di macedonia di frutta estiva e erbe campestri, maggiore dolcezza rispetto al Pecorino. Ottima l’acidità e la scia salina delicata, ma persistente;accompagnatelo a pietanze di mare, zuppe e frittate con asparagi ed erbe.
Cerasuolo d’Abruzzo Coste del Mulino.
Fino a non molto tempo fa il rosato si prestava a più di una diffidenza, perché questa tipologia serviva a smaltire le uve meno qualitative. Oggi si ottiene da un contatto leggerissimo con le bucce,un vino più fresco e godibile che incontra molto l’esigenze dei più giovani. Il Montepulciano è un vitigno gagliardo dalla maturazione tardiva e dall’acino spesso, che cede molti polifenoli e colore, e dopo il chianti è il più consumato dagli italiani .Luminoso rosa intenso e vivo si presenta questo Cerasuolo d’Abruzzo ( 13%); al naso rosa canina, oleandro, ribes e caramella alla frutta nobilitati da un profumo di macchia; in bocca ciliegia e lampone, ribes rosso. Il Cerasuolo classico è qualcosa di un po’ più intenso con un colore proprio di cerasa; il Cerasuolo d’Abruzzo Frentana subisce una leggera macerazione in pressa, per essere poi vinificato in bianco, ha un buon contenuto alcolico, abbinatelo ai salumi.
Il vitigno Montepulciano si presta a fare vini di pronta beva e nello stesso tempo vi si ottiene anche l’eleganza;sempre da questa uva nasce anche il vino di punta della cantina : “PANARDA”.Questo nome significa pranzo pantagruelico,ed è stato scelto un po’per celebrare la fama degli abruzzesi di essere formidabili mangiatori.
Piccola verticale di Panarda:
Panarda 1999
Colore fitto poco penetrabile alla luce. Anima eterea e un bouquet amalgamato di frutta matura e confettura di more, con una punta caramellata quasi di bruciato; spezie e chiodi di garofano insieme ad una nota animale di cuoio, sovrastata da ciliegia sottospirito. In bocca una leggera scabrosità tannica non ostacola la marasca.
Panarda 2001
Annata favorevole, rosso rubino fitto, intenso e cupo che rivela grande quantità di pigmento con sentori di ciliegia e frutti di bosco e di prugna, una punta di pepe e sentori animali in una cornice speziata e mentolata di grande finezza, insieme a sentore di tabacco aromatico; l’assaggio è equilibrato, perfetto con una bella componente acida,sfumature di liquerizia, un bel amaricante.
Panarda 2004
Ha una fittezza del pigmento che da sul viola intenso con un unghia granato. Al naso prugna cotta e caramello caldo, vincotto, protagonista è un alcool non vuoto non aggressivo quasi di cherry brandy, di ciliegia avvolta dal cioccolato e ancora una nota fumé e mentolata mista a tabacco, in bocca è potente con una freschezza dinamica e incalzante, i tannini sono presenti ma non interferiscono con la sapidità di liquerizia;abbinamento consigliato sulla cacciagione e grandi formaggi.
Panarda 2007 Riserva
Riserva si può utilizzare solo partendo da questa data. Nel bicchiere si presenta di un fitto nero come quello delle more di rovo; il profumo non è ancora ben espresso; c’è viva la ciliegia e l’alcol importante e la speziatura in una filigrana di rose e viole. In bocca se ne sente quasi il volume, tanto si mastica, i tannini acerbi sono molto presenti, l’abbinamento è con una bistecca o un ricco pecorino.
Questo vino concept, rappresenta un vino progetto che nasce dal vigneto, è corretto e accessibile e sembra rappresentare e percorrere quella strada di umiltà che è la filosofia di Cantina Frentana.