Magazine Maternità
Eccoci qui, con un nuovo contributo del giovedì: le canzoni di Suster e della pupa!
Ora voi mi prenderete per una fan sfegatata di Orietta Berti (vi ricordo il precedente appuntamento con "La balena"), e io inutilmente cercherò di convincervi che non è così.
Quando eravamo piccoli, io e i miei fratelli (vedi se proprio ti interessa storia familiare di Suster qui) avevamo un piccolo mangiadischi, mi pare, arancione... o forse era rosso? Boh. Comunque, assieme al piccolo mangiadischi avevamo anche una discreta collezione di 45 giri di greatests-hits quali questa chicca, che a ben vedere era una delle mie preferite, anche se ammetto che solo ora mi è un po' più chiaro il contenuto profondo e profondamente impegnato del brano.
Che fa così:
La barca non va più - Festival di Sanremo 1981
(di Bruno Lauzi - Pippo Caruso)
Orietta Berti
C'era una volta un enorme veliero
pieno di vele di tutti i colori,
anche se a bordo l'umore era nero
era allegrissimo visto da fuori.
Il capitano era un uomo panciuto
che non lasciava guidare nessuno
e se qualcuno gli offriva il suo aiuto
lui lo spediva a trovare Nettuno.
E i marinai
eran lì a protestare
tutti quanti un po' stufi di lui,
e cosa accadde
che venne un tifone
che il timone alla nave spezzo,
che dalla coffa qualcuno gridò,
e dalla coffa che cosa gridò.
rit. Porca miseria qui la barca non va più,
la cosa è seria, la tua barca non va più,
oh capitano, se non fai qualcosa tu
andiamo giù!
Porca miseria qui la barca non va più,
la cosa è seria, la tua barca non va più,
oh capitano, se non fai qualcosa tu
andiamo giù!
Ci vorrebbero i delfini per portarci un po' più su...
Ma il capitano era proprio sparito,
s'era nascosto in cambusa e in un mese
s'era mangiato dal forte appetito
quel che sarebbe bastato a un paese.
"Tutto un paese?!"
Ma cosa hai capito!
Questo è un modo di dire, lo sai.
"Non ci credo!"
Stai fermo col dito
e se zitto ascoltare saprai
com'è andata a finire vedrai.
A questo punto anche i suoi marinai
che già da molto non eran contenti
o incominciarono a fare dei guai
o a non far niente, aspettavano i venti.
Era un disastro
"Vuoi dire un casino!"
Non devi dire parole così!
"Ti chiedo scusa se sono un bambino,
ma siete voi che parlate così!"
Poi cosa accadde?
Che si naufragò
e dalla spiaggia qualcuno gridò:
"Porca miseria qui la barca non va più,
oh capitano, la tua barca non va più,
e questo mare dove ci hai portato tu
non è più blu.
Porca miseria qui la barca non va più,
oh capitano, la tua barca non va più,
e questo mare dove ci hai portato tu
non è più blu."
In mancanza dei delfini
fa' un bel tuffo, scendi giù,
vanno bene anche i bambini,
vieni a spingere anche tu.
Dai!
Porca miseria qui la barca non va più,
la cosa è seria, la tua barca non va più,
oh capitano, se non fai qualcosa tu
andiamo giù!
Porca miseria qui la barca non va più,
la cosa è seria, la tua barca non va più,
oh capitano, se non fai qualcosa tu
andiamo giù!
Insomma, chiaro no?
Beh, che la nave sia metafora dello Stato non è certo una novità, che è un'immagine universalmente riconosciuta sin dai tempi di Aristotele, e così pure la tempesta (tifone) che potrebbe essere una guerra...
E comunque questo veliero aveva vele di tutti i colori, come mille bandiere di mille fazioni diverse e avverse, che non si mettono mai d'accordo, ma a bordo l'umore poi era semplicemente nero...
Poi: Il capitano era un uomo panciuto. Chi potrebbe mai essere? Mah.
E i marinai? Eran lì a protestare, ma nessuno però fa realmente qualcosa di pratico per cambiare la situazione, che in fondo va bene così, finchè la barca va... (scusate: mi è scappata). Una cosa molto italiana questa: vero, centrosinistra?
Poi però si accorgono che la barca non va più, e allora tutti a gridare: "Oh tu che ci conduci, se non fai qualcosa tu, vedi che andiamo giù!" Insomma: che qualcuno faccia qualcosa! E di chi è la colpa? Chi è che ci conduce? Vedi che non ci vai più mica tanto bene: "E questo mare dove ci hai portato tu non è più blu". Non che prima non lo sapessimo, che era una chiavica, ma tu eri così convinto quando ci dicevi che ci avresti condotto verso un avvenire azzurro e luminoso, che noi ti abbiam creduto sulla parola, anche se poi i nostri occhi ci dicevano tutt'altro, ma perché fidarci dei nostri sensi fallaci, quando abbiamo una guida illuminata che vede più lungi di quanto al nostro sguardo corto non sia concesso? E invece ecco, che ora che le cose non buttano più bene, mi pare proprio di averci visto giusto... anzi, sapete cosa vi dico? Io in realtà l'ho sempre saputo che andava a finire così, e ve l'avevo pure detto. Poi non si dica mai che io ero d'accordo solo perché, per amor di pace non mi sono opposto mai, ed eravate tutti così entusiasti e convinti che non mi pareva il caso di fare il guastafeste, sì, l'uccello del malaugurio, innalzare gogne, sempre con questi disfattismi... uff!
Insomma, capito, no?
C'è persino chi si appella ancora ai delfini... mentre il capitano era proprio sparito, troppo intento a cautelarsi per la propria incolumità, si premurava di fare scorta per i giorni di magra che si prospettavano, tanto a questo punto si salvi chi può, che per tutti non ce n'è, anche se poi si dice: "Quel che sarebbe bastato a un Paese" lo sanno tutti che è un modo di dire, che ad accontentar tutti non rimane niente per nessuno.
Insomma qual'è la morale in tutto questo, se una morale c'è?
In mancanza dei delfini, che poi cosa caspita ci sia da aspettarsi da loro, suvvia, piuttosto fa' un bel tuffo, scendi giù, scendi giù, manifesta pure tu. Vanno bene anche i bambini, che se no cosa sto a cantare a fare della favoletta del capitano arrogante e dei marinai ignavi? Sono loro il futuro, come cantavano Michael Jackson e Lionel Richie, ed è bene che lo sappiano, che tocca fare da soli qui, talvolta, che imparino a partecipare, e non a lasciarsi condurre dove vogliono altri capitani panciuti o no, ma soprattutto: vieni a spingere anche tu!
Perdonate la parafrasi: mi sono lasciata prendere la mano. Ma chissà poi se il messaggio passa, quando uno canticchia e ascolta a oltranza sempre lo stesso piccolo LP in vinile, anche se si chiede per tutto il tempo: ma che cavolo c'entrano i delfini ora? E come fanno i bambini a spingere la nave che è pesante. Perché non riparano il timone invece? Poi a un certo punto sei grande e capisci, allora ti esalti e la canti a tua figlia, ché uno spera sempre nelle nuove generazioni. Sempre meglio che aspettare i delfini comunque...
Vi è piaciuta la canzone? La conoscevate?
(E poi, guarda un po': non sapevo che fosse una canzone portata a un Sanremo!)
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