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Canzoniere – Pessoa

Da Loredana V. @lorysmart

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Per tutta la notte il sonno non è venuto. Ora

dal fondo dell’orizzonte,

cupo e freddo, spunta il mattino.

Che ci faccio io al mondo?

Niente che la notte acquieti o susciti l’alba,

niente di serio o di vano.

Con gli occhi intorpiditi dalla febbre vana dell’attesa

guardo con spavento

il nuovo giorno portarmi lo stesso giorno

della fine del mondo e del dolore,

un giorno uguale agli altri, della eterna famiglia

d’esser tutti così. 

Né ha valore il simbolo, il senso

del mattino che viene,

lentamente spuntando dalla stessa essenza della notte passata

per chi ha tante volte atteso invano

e più nulla attende.

Non sono nulla, non posso nulla, non perseguo nulla.

Illuso, porto il mio essere con me.

Non so di comprendere, né so

se devo essere, niente essendo, ciò che sarò. 

A parte ciò, che è niente, un vacuo vento

del sud, sotto il vasto e azzurro cielo

mi desta, rabbrividendo nel verde.

Aver ragione, vincere, possedere l’amore 

marcisce sul morto tronco dell’illusione.

Sognare è niente e non sapere è vano.

Dormi nell’ombra, incerto cuore.

Contemplo il lago silenzioso

che la brezza fa rabbrividire.

Non so se penso a tutto

o se tutto mi dimentica.

Nulla il lago mi dice,

né la brezza cullandolo.

Non so se sono felice

né se desidero esserlo.

Tremuli solchi sorridono

sull’acqua addormentata.

Perché ho fatto dei sogni

la mia unica vita? 

No: non dire nulla.

Supporre ciò che dirà

la tua bocca silenziosa

è come udirlo già.

Udirlo è meglio

di come lo diresti.

Ciò che è non affiora

dalle frasi e dai giorni.

Sei migliore di quello che sei.

Non dir nulla: so.

Grazia del corpo ignudo

che invisibile si vede.

Ferdinando Pessoa.


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