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Cap. 34 Destiny Lui: prepararsi all’attacco!

Da Momo @Kur0M0m0
Cap. 34 Destiny Lui: prepararsi all’attacco!
“Ery chan!!” esclamai e lagrande luce bianca che vidi davanti a me, si trasformò in qualcosa di piùnitido. No, non era più la mia stanza dove vivevo, a Shibuya. Lei non c’erapiù, non potevo nemmeno accarezzare il suo bellissimo corpo e stringerlo a me.Ero nella stanza d’albergodove alloggiavo, in Italia.“Ery chan? E chi è?!” disseSakuya che mi sedeva di fianco.  Io me nestavo semi sdraiato sul letto, ancora sconvolto per quel sogno cosìassurdo….mio dio se era assurdo!Eppure l’avrei volutasalvare. Avrei voluto finire quel sogno, e non lasciarlo così in sospeso,mentre il nostro amore sfumava riportandomi alla realtà.“Eh non lo … anzi lo sai!E’ sempre la solita ragazza che sogno ogni tanto…”“Ah! Sì! Hai continuatoancora?! E che hai sognato?” chiese Sakuya con una curiosità che di primamattina mi infastidiva, così lo mandai al diavolo e lui smise di insistere.“Comunque buon giorno! Oggisuoniamo ti ricordi?” mi chiese ironico. “Sì sì lo so, adesso misveglio e mi preparo, così andiamo a provare se tutti gli strumenti vannobene.” Dissi a Saku, e lui decise così di andare a svegliare gli altri.Rimasi un poco stordito :ripensai a tutti quei sogni e a quella ragazza. Era ormai da tempo divenuta lamia musa ispiratrice di tutti i miei testi fino ad allora….chissà se esistevaveramente? Me ne ero così infatuato che avevo provato più e più volte aritrarla. Ma nulla che le somigliasse, che fosse bello come lei. Dopo poco guardail’orologio: era mezzogiorno e dovevamo ancora pranzare. Mi alzai e mi preparai perandare giù nella sala pranzo dell’hotel. Ma prima di uscire dalla stanza ilcellulare suonò: era un messaggio di mia sorella, Kitsune.“Ti ho già chiamato bencinque volte e tu non rispondi? Ho già capito che sei ancora a letto! Salutidal negozio e dalle fans! Un bacio color sangue!” questo fu il suo messaggio ecosì risposi:“Grazie, meno male ci seitu. Buona giornata, ricambio il bacio color sangue…” Kitsune, Kitsune…se nonc’era lei a regolare la mia esistenza! Era la mia sorellina, le volevo un granbene…. peccato che in sogno fosse l’opposto della realtà! Già, come era stranala mente a volte! Eppure spesso lasciavo che il mio cervello governasse quellesagome a me familiari per giocarci liberamente. E non mi dispiaceva.Uscìì dalla stanza e scesinella sala da pranzo: i membri dei Black Roses erano già a tavola.“Signor S! Qualeonore!  Sei pronto per il concerto qui aRoma?” esclamò Kojima mentre riprendeva la mia risposta con una piccolacinepresa.“Abbastanza. Vediamo checasino sanno fare questi italiani…” dissi con ancora l’espressione di chi siera appena svegliato.Mi sedetti e afferrai duefette biscottate, un poco di marmellata e una brioche, e infine ordinai uncaffè espresso. Mi piaceva molto la colazione italiana. In effetti la cucinaitaliana era ottima … dopo quella giapponese ovviamente!Il gruppo era in estasi:non vedeva già l’ora di suonare, come sempre. E poi intervenne Saku con la suasimpatia:“Sapete che Seiji mi hachiamato Ery chan? Forse ha qualche turba mentale …” esclamò e tuttiscoppiarono a ridere, e per ricambiare la sua simpatia, gli diedi un pugnoleggero in testa.“Seiji… che male! Mi curi?”disse ironizzando un ruolo di ragazza davvero patetico.“E come mai l’avresti chiamato“Ery chan”?” chiese Yuri curioso, mentre morse una fetta biscottata.“Non ve lo svelerò mai..”dissi guardando con aria penetrante l’obiettivo della cinepresa e poi Saku migiunse davanti:“Restate con noi! Ilmistero si svelerà nelle prossime puntate di “Seiji e la fanciulla dei sogni”!”esclamò ridendo.“…se non la piantiscoprirai misteri ben più inquietanti!!” esclamai interpretando una risatadiabolica da film dell’orrore. Kojima spense la cinepresa e finimmo di farecolazione.Ci alzammo, tornammo nellenostre stanze e ci preparammo a dovere. Gli strumenti erano già stati sistematisul palco nel palazzetto dietro l’albergo. Dopo esserci preparatidignitosamente per le prove, scendemmo all’ingresso e salimmo su un piccolo busche ci avrebbe portato all’ingresso.Nel frattempo mi veniva inmente la sagoma di lei col Kimono Rosso.Già, Ery chan, la donna deimiei sogni… chissà se esisteva davvero. L’avrei mai incontrata?

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