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Il sito è eccezionale per bellezza naturale ed interesse architettonico-culturale e non a caso è stata posta la candidatura per il suo riconoscimento Unesco. Un luogo che esprime la felice concomitanza fra il ristorantino sul mare "l'Etoile de mer" con "Les Unités de camping" progettate da Corbu per i Rebutato, il minimalissimo "Cabanon" suo buen retiro vacanziero ("J'ai un château sur la Côte d'Azur qui a 3,66 mètres par 3,66 mètres...") e proprio accanto che di più non si può la villa E-1027 concepita dall'architetta e designer irlandese Eileen Gray, pioniera dello Stile Internazionale, e dal suo compagno, l'architetto Jean Badovici.Il "Conservatoire du Littoral" è divenuto progressivamente proprietario del sito nella sua globalità: il Cabanon è stato acquistato nel 1979, la villa E-1027 nel 1999 con l'aiuto finanziario della municipalità di Roquebrune-Cap-Martin, l'Etoile de Mer e les Unités de Camping sono state generosamente donate nel 2000 dai Rebutato che tenevano fortemente a salvaguardare l'unità del luogo, significativo testimone di avventure umane e dell'architettura del XX° secolo. Aperti al pubblico già da qualche anno il Cabanon e l'Etoile de Mer con les Unités de Camping, mancava all'appello la villa di Eileen Gray che finalmente restaurata nella struttura e nell'arredamento viene ora a completare questo luogo d'eccezione. Manco a farlo apposta il 2015 è l'anno del cinquantenario dalla morte di Le Corbusier e il Conservatoire du Littoral festeggia i 40 anni della sua creazione.
Più che una casa al mare verrebbe da dire che è il mare ad avere una casa per sottolineare che protagonisti assoluti sono gli esterni, onde blu e natura verde e gli interni risultano solo come un'estensione, un prolungamento luminoso del fuori. Per tre anni, e siamo fra il 1926 e il 1929 Eileen Gray sperimenta la sua nuova architettura, disegna piani della casa e mobili mobili, polifunzionali, fissi o integrati. Su due livelli, la villa è piccola, 120 metri quadri in tutto, ma per la designer ognuno "deve potersi sentire libero e indipendente" e sistemare ogni cosa in uno spazio minimo, per questo ogni stanza ha un accesso diretto all'esterno e un terrazzino, i momenti di convivialità invece vengono assicurati da una grande sala, con camino, divano, poltrone, angolo alcova, spazio bar, sala da pranzo, un bagno, ma quasi niente è fisso, ogni angolo sembra potersi trasformare, assumere una diversa prospettiva o funzione.Le Corbusier è stato ospite della villa E-1027 nell'estate '38 e '39 e incoraggiato da Badovici vi ha realizzato delle pitture murali. L'architetto avrebbe detto: "ho una voglia pazza di sporcare i muri: sono già pronte dieci composizioni, di che scarabocchiare", ma secondo i biografi di Eileen Gray queste pitture non erano gradite alla designer irlandese. Danneggiate durante la guerra, sono state restaurate dallo stesso Corbu nel 1949 e in seguito nel '63, tranne due esterne troppo rovinate. In giardino anche uno spazio per prendere il sole, una specie di minipiscina all'epoca piena di sabbia. Cap Martin dovrebbe cambiare nome e chiamarsi Cap Moderne, come la recente associazione di cui Robert è vicepresidente che dal settembre 1914 assicura la gestione e la valorizzazione del sito. L'ho sentito molto contento nel suo discorso ufficiale alla piccola stazione di Roquebrune-Cap Martin, ce l'ha fatta, finalmente si è concretizzato il suo grande sogno e poi non ci si ferma qui, ci sono altri progetti ambiziosi in cantiere... la creazione in loco di un polo universitario per lo studio dell'architettura moderna. Passato e presente, si volge lo sguardo in su e si vede il castello medievale di Roquebrune, lo si rivolge in giù ed ecco un treno bianco nuovo fiammante che invita a un viaggio in un sito significativo della nostra storia recente. (http://www.saranathan.it/2007/04/viaggio-in-india-inizio.html)(http://www.saranathan.it/2013/10/la-casa-del-matto.html) (http://www.saranathan.it/2013/10/lc-au-j1.html) (http://www.saranathan.it/2010/09/letoile-de-mer-corbu-e-robert.html) (http://www.saranathan.it/2014/03/chicche-della-periferia-parigina.html)
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