Quando si tratta di prendere decisioni il tempismo può essere fondamentale, ma spesso è utile ragionare su quanto si sta facendo. Considerate ad esempio una partita a poker (che ultimamente va tanto do moda), in cui ad ogni turno il giocatore deve decidere se puntare, passare o rilanciare, a seconda di come si sta svolgendo il gioco. In questo caso un buon giocatore avrà perfezionato la sua "faccia da poker", la classica espressione vuota che cerca di nascondere agli altri giocatori le emozioni e le decisioni che sta prendendo durante la partita.
Un numero sempre crescente di ricercatori utilizza tecniche di scansione del cervello per svolgere ciò che comunemente viene chiamata "lettura della mente", per cercare di comprendere gli eventi mentali coinvolti nella presa di decisione; purtroppo con scarsi risultati. Fino ad ora quindi non era chiaro se siano presenti risposte fisiologiche visibili associate al processo decisionale. In nostro soccorso arriva però uno studio che dimostra come, tramite la dilatazione delle pupille, si è in grado di capire quando viene presa una decisione, ancora prima che sia il soggetto stesso a comunicarla volontariamente.
Wolfgang Einhauser e colleghi, della Philipps University (Germania), hanno reclutato 20 soggetti ai quali hanno chiesto di svolgere 3 semplici compiti di decision-making:
1- Immediate over response: ai soggetti è stato chiesto di sedersi davanti ad uno schermo che presentava un puntino blu, che ad intervalli irregolari diventava rosso per un periodo di 10 secondi. Ad ogni soggetto sono stati presentati oltre 90 cambiamenti di colore, con la richiesta di premere un pulsante, all'interno dell'intervallo di 10 secondi in cui il puntino era rosso, e la promessa che se avessero premuto il taso nel "secondo fortunato" avrebbero ottenuto un piccolo premio in denaro.
2- Covert digit choice: compito cognitivo più complesso, rispetto al primo esercizio, che coinvolge la Memoria di Lavoro; sullo schermo sono state presentate 5 cifre in serie, ognuna delle quali esposta per 2 secondi. Ai partecipanti, dopo la presentazione, è stato chiesto di scegliere segretamente, tramite un tasto, una delle cifre mostrate, con la promessa (come nel compito precedente) che se avessero scelto la cifra "fortunata" avrebbero ricevuto una ricompensa.
E' stata anche eseguita una versione modificata di questa prova, con la semplice eccezione che ai partecipanti non è stata promessa alcuna ricompensa, ed alcun feedback, successivamente all'esecuzione del compito.
3- La terza prova era identica alla seconda con le uniche differenze che i soggetti non dovevano scegliere una cifra tra le cinque mostrate, ma dovevano riferire quale di queste era stata sottolineata.
I ricercatori, per registrare eventuali cambiamenti di diametro della pupilla, hanno utilizzato in tutte le prove, un occhio ad infrarossi che misurava la dilatazione fino a 2000 volte al secondo. Tramite questo strumento hanno notato che la dilatazione della pupilla è strettamente connessa al processo decisionale ed è in grado di confermare con certezza l'avvenuta decisione ancora prima che il soggetto sia in grado di dichiararlo spontaneamente. Nel primo esperimento la dilatazione massima è stata raggiunta nell'intervallo dei due secondi successivi alla pressione del tasto. Nel secondo, in cui c'è stato un intervallo di tempo tra la presa di decisione e la pressione sul tasto, poichè ai soggetti è stato chiesto di scegliere una cifra solo al termine della presentazione, la dilatazione massima è stata raggiunta al momento della scelta del numero, ancora prima di premere il tasto. Nella terza prova, come nella seconda, la dilatazione maggiore c'è stata nel momento in cui i parttecipanti hanno individuato la cifra sottolineata.
La dimensione della "risposta pupillare" è stata più piccola nella condizione "segreta", rispetto agli altri compi, ma l'effetto è comunque stato osservato in tutte le prove somministrate. Inoltre, mettendo a confronto la dilatazione della pupilla negli intervalli di tempo di due secondi (tempo di presentazione di ciascuna cifra) gli sperimentatori erano in grado di prevedere con certezza la cifra che i partecipanti avrebbero successivamente dichiarato di aver scelto.
In termini "tecnici" la dilatazione della pupilla è mediata dalla Noradrenalina, un neurotrasmettitore che viene rilasciato dal Locus Coeruleus e da altri nuclei ad esso associati. Questo neurotrasmettitore è coivolto in processi cognitivi associati alla memoria e all'attenzione ed è inoltre strettamente legato ai livelli di eccitazione (ed noto come la prospettiva di una ricompensa porti ad una maggiore eccitazione). In questo esperimento è quindi possibile che la dilatazione della pupilla nei partecipanti sia legata anche all'aspettativa di una ricompensa, ma i ricercatori hanno confutato questo, proprio dimostarndo che l'effetto è stato verificato anche nella versione modificata della seconda prova e nella terza prova, le quali non erano legate a nessuna ricompensa finanziaria. I risultati hanno quindi condotto i ricercatori a sostenere che la Noradrenalina svolge un ruolo cruciale nel consolidamento rapido dei processi decisionali.
Concludendo, la dilatazione della pupilla, in quanto risposta fisiologica visibile ad occhio nudo, può fornire utili informazioni in processi di decisione strategica ed essere utilizzata per predire decisioni non ancora rivelate dal diretto interessato. Magari questo i giocatori di poker lo sapevano già, visto la folta schiera di occhiali da sole sfoggiati; sta di fatto che la scoperta può essere applicata anche in campo scentifico per quanto riguarda lo studio con persone in stato vegetativo o con sindrome locked-in, ad esempio utilizzandola insieme al neuroimaging funzionale per aiutatre i medici nella valutazione delle funzioni cerebrali.
Bibliografia
- Fonte: Neurophilosophy
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