La Cina è una locomotiva produttiva e viaggia su tassi di crescita che noi ci sogniamo. D’altro canto, però, rimane sostanzialmente un regime dittatoriale dove i diritti umani vengono facilmente calpestati. E il legame tra queste due cose è evidenziato dalla notizia che vi riportiamo.
Era un lunedì piovoso a Chengdu, capoluogo della provincia sudoccidentale del Sichuan cinese, eppure un manipolo di giovanotti corre per strada a torso nudo, spronati da un magnate a bordo di una limousine.
Si trattava di una ventina di impiegati del reparto marketing di un’azienda di alimentari, puniti dal megadirettore galattico perché hanno fallito a raggiungere gli obiettivi di vendita nel 2012. Nessuna protesta, però, perché la sanzione era stata concordata con i vertici della società: 10 km di corsa per i maschi in tenuta da spiaggia, 5 per le femmine con un indumento più casto ma ugualmente leggero. E il manager nell’auto di lusso a dettare il passo a urlacci.
Il Chengdu Business Daily ha raccolto i commenti dei puniti:
All’inizio era così freddo che avevo la pelle d’oca, ma la corsa mi ha riscaldato. L’unica cosa che mi ha fatto sentire a disagio sono stati gli sguardi dei passanti.
La prova di resistenza serviva a motivarli per il 2013. L’unico che ha protestato è stato l’avvocato Liao Hua, che ha spiegato che la politica aziendale in materia di premi e sanzioni dovrebbero essere basate sul rispetto dei diritti delle persone. Non è però stata avviata nessuna pratica legale da parte dei dipendenti.
Tra l’altro, ci sarebbero pure delle scusanti per il mancato raggiungimento degli obiettivi. Con la nuova campagna moralizzatrice del governo per contrastare la corruzione e la stravaganza dei costumi, si è tornati alla frugalità e sono stati cancellati i banchetti ufficiali e i regali costosi ai dipendenti pubblici.
L’austerità ha fatto il crollare il mercato dei cibi e dei liquori di lusso durante il Capodanno: il giro d’affari è calato del 35%. Il prelibato brodo di pinna di pescecane ha venduto il 70% in meno da novembre.
Fonte: Corriere della Sera