Magazine Cinema
di Shinji Aramaki (Giappone, 2013)
durata 115 min.
★★★☆☆
Avviso per i naviganti: se siete nati negli anni '70 o giù di lì, e quindi siete cresciuti con i cartoni del pirata più famoso dell'universo, allora avvicinatevi con circospezione a questo film... cercate di farlo con la mente più sgombra possibile e senza pregiudizi, altrimenti difficilmente vi piacerà. Con questo non voglio dire che il nuovo Capitan Harlock debba piacervi per forza, ma è chiaro che la vostra opinione risulterebbe condizionata dal confronto con una delle serie più amate della vostra infanzia. Confronto che, lo diciamo subito, non è giusto e non deve esserci, perchè questo Harlock è figlio dei nostri tempi e in questo contesto va giudicato. Non commettete dunque l'errore del sottoscritto, che alla proiezione ufficiale alla Mostra di Venezia si era sentito 'tradito' da un anime che tutto sommato incarna bene lo spirito del personaggio, ma ne restituisce un'immagine profondamente diversa...
Si fa fatica infatti a riconoscere perfino visivamente il nuovo Harlock, sorprendentemente 'umanizzato' grazie alla grafica in motion-capture e all'esaltante 3D, che spiazzano lo spettatore abituato al tratto fine e rassicurante del cartoon. E' un Harlock molto più cupo e molto più dolente rispetto all'originale, e qui sarebbe davvero interessante sapere quanto il regista Shinji Aramaki abbia tratto ispirazione e si sia inevitabilmente confrontato con l'ideatore del manga, il mitico Leiji Matsumoto (presente alla proiezione ufficiale al Lido, vestito in costume locale e adorato come un dio da legioni di ammiratori entusiasti) che ha 'solo' collaborato alla sceneggiatura. L'Harlock di Aramaki è un condottiero ovviamente carismatico e misterioso, ma anche pieno di dubbi e debolezze, perfino riflessivo e cinico, che non ha davvero più niente dell'eroe romantico e cristallino dei nostri ricordi di gioventù. Per certi versi assomiglia molto al Batman 'crepuscolare' di Christopher Nolan, quasi a voler idealmente proseguire una nuova stirpe di supereroi, dal carattere 'adeguato' ai tempi incerti e tutt'altro che facili che stiamo vivendo.
Non solo: dal film si capisce bene l'intenzione del regista di andare oltre la semplice caratterizzazione di un personaggio e costruire invece un affresco epico-sociologico piuttosto ambizioso, con chiari riferimenti al presente. Un film molto più strutturato e 'politico' rispetto al cartone, dove la figura possente e onnipresente di Harlock ne esce addirittura ridimensionata, almeno quantitativamente: il capitano infatti si vede poco sullo schermo, in relazione alla durata del film. La sua presenza, certo, è sempre evocata e palpabile, ma tantissimo spazio è regalato anche agli altri personaggi, in primis quello di Logan, imbarcatosi come spia sull'Arcadia e combattuto tra il desiderio di vendetta verso il fratello e la missione-ragione di vita di Harlock, col quale scoprirà avere molti punti in comune, che poi sono le domande-chiave del film: si può vivere esclusivamente in funzione di un ideale? Quanto è marcata la distanza tra ribellione e terrorismo? E' giusto uccidere in nome della libertà? E che significa esattamente 'libertà'? Non avere padroni oppure libertà di scegliere chi ci comanda... in parole povere, anarchia o democrazia?
La nostra domanda invece, senz'altro più semplice, è: questo Harlock può dirsi un film riuscito? Dal punto di vista dei contenuti senz'altro sì, ci è piaciuto. Dal punto di vista spettacolare un po' meno: troppo 'dark' per i nostri gusti, troppo sottotono e molto poco epico, eccessivamente serioso nonostante le spettacolari battaglie in 3D e l'accuratissima ricostruzione dei protagonisti. Piacerà ai neofiti, lascerà qualche dubbio agli appassionati. Nel complesso comunque un'opera coraggiosa e potente, assolutamente dignitosa.
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