Oltre al capitano vi sono anche altre maschere minori e di cui non si parla mai.
In primis c’è Cicciulin. E’ il re del carnevale savonese dal 1953. Rappresenta il marinaio d’animo nobile e generoso, che ha solcato tutti i sette mari. Come marinai ha i suoi sette figli avuti da altrettante mogli: una per ogni porto. Oltre al tipico abbigliamento da marinaio, porta una corona ed indossa tre collane: una verde che rappresenta le colline che circondano Savona, una marrone che rappresenta la terra e una azzurra che simboleggia il mare. Essendo un re è accompagnato da una dama (a Signua), dalle damigelle, le popolane, dal giullare dai suoi sette figli.
Ed ecco che arriva Nuvarin der Castè. E’ un giullare – menestrello, simbolo di Cairo Montenotte. Le sue origini risalgono all’epoca degli Scarampi, i signori di Cairo, che per alleviare le sofferenze del popolo colpito dalla peste, mandò Nuvarin per le vie del borgo a diffondere ottimismo e speranza.
Non si possono dimenticare altre maschere liguri, di cui, però si hanno poche
Mumin a Pescea
notizie. Vi sono Rebello e Rebellina, gli straccivendoli (Chiavari); Mummin a pescea e Meneghin (Domenico) a treggia, il pescatore e la pescivendola; la genovese Baciccia ed infine Ulivin la Tina di Arnasco.
Ogni regione ha le sue maschere minori, a volte sconosciute, ma che rallegrano ogni anno il carnevale unendosi in un unico abbraccio con i vari Arlecchino, Pantalone, Pulcinella e tutte le maschere della Commedia dell’Arte.