Magazine Racconti

Capitolo 44

Da Blackvinylblues @blackvinylblues

Il commissario ha appena chiamato. Lo richiamo.
- Allora?
- E’ il nostro uomo. Abbiamo dato il nome all’Interpol e sono impazziti. Ci hanno detto che la sua pistola è quella che ha sparato a Johnny Smuzdzak. Tra parentesi, la sua invece è quella che ha sparato a Franz/Frank Schadel.
- Ma su Frank/Franz Schadel hai nulla?
- No. Quell’uomo è un mistero.
- Capito. Ma a parte un nome e una data di nascita?
- Niente. Quell’uomo è come se avesse solo quello.
- Capito. Chiedi di andare a Norimberga, da Jan Schulze, e di chiedere di Frank Schadel.
- Non hanno telefoni lì?
- E le scartoffie?
- Via fax.
- Ok, se è più comodo così…
- L’altra sarebbe chiedere di nuovo all’Interpol.
- Io preferirei questa, mi sembra meno dispendiosa dal punto di vista di rotture del cazzo.
- Bene. Tu sai che ora il tuo caso è chiuso. Torna quando vuoi, e grazie.
- Di cosa? Il caso l’hai risolto tu.
- Già. Ma tu hai mosso le acque. Bravo.
- Grazie. Rimarrò qui un altro po’.
- Ok. Quando torni, caffè da me.
Bleah. Il caffè mi è tornato in gola.
Devo ritrovare il foglietto col numero di Florian.
Squilla il telefono.
- Pronto?
- C’è una persona per lei.
Florian.
- Dice di chiamarsi Florian.
Ecco.
Scendo lentamente. Per una volta.
Florian mi aspetta. Questa volta lo riconosco alla prima occhiata.
- Mi ha chiamato Marty. Le diedi il suo numero, ed è rimasto ancora quello.
- Capito.
- Ti ha detto tutto?
- Ah, tu sapevi? Allora sono davvero l’ultimo degli stronzi. Sono venuto da voi per prima proprio perché avevo bisogno di una mano. Rischiavo di restare nella merda per quello che avevamo fatto, e voi mi ripagate così? Bella cagata.
- Capito.
- Capito? Tutto qui?
- Cosa devo dirti? Volevamo tenerti fuori.
- Vaffanculo anche a te. Ti ho dato delle speranze. Le mie speranze, quelle speranze che si possono avere solo a 20 anni. E tu ci hai fatto dei soldi.
- No, non dire questo. Io non ci ho fatto nulla. Ci ho solo rimesso.
- Come ci hai rimesso? Sapevi tutto e non ne hai approfittato?
- Io ho saputo tutto dopo. Dopo il crollo del muro ho avuto una fotocopia di questo.
- Un frontespizio di un rapporto su di noi? Di Paul Östertag?
- Sì. Come fai a saperlo?
- L’ho trovato nella stanza di Franz Schadel. La causa per la quale sono qui.
- Pesante.
Pesante sì.
Ci salutiamo con un abbraccio. Sento in lui la paura che ha provato quando ha ricevuto quel foglio. La stessa che ho provato io quando ho ritrovato quel foglio, in quella stanza.



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