Alla fine non c’era. Niente sorriso beffardo. Anche perché non era la stazione giusta. Ma ho come la sensazione che la rivedrò presto.
Dopotutto, avrei fatto bene a farmi sponsorizzare da qualche agenzia di viaggi, o qualcosa del genere.
Certo la rivedrò. Ma ci sono cose che aspetto più con impazienza.
Come quando da bambino, nelle notti invernali, quando non sentivo più la pioggia e speravo ci fosse la neve. Questo prima di andare in Germania e scivolare spesso.
Sono impaziente che tutto questo finisca. Voglio tornare a casa a non fare niente.
Almeno per un po’. Il tempo di riabituarmi alla mia routine estrema del non fare nulla tutto il giorno, a parte il caffè.
Penso si saranno stufati di vedermi, a Norimberga. Anche perché penso di essere uno dei pochi ad andare lì alla ricerca di nomi. Io, e qualche reporter per qualche speciale. Non molti di più.
Entro. Ritrovo Jan Schulze e Maria che scansionano altri brandelli di carta, presi dal solito mucchio enorme che hanno davanti.
- Salve.
- Di ritorno?
- Già. Si è ricordato di me, come immaginavo.
- Di solito non abbiamo molte visite.
È sempre bello avere ragione, anche sulle stronzate.
- Cosa le serve?
- Mi deve cercare un nome sul computer. Franz Stein.
- Non c’è bisogno.
- Perché?
- Era un pezzo grosso. Fu uno degli ultimi ad andarsene dalla sede centrale della Stasi, quando fu presa d’assalto il 15 gennaio 1990. È proprio come se sia il suo biografo, per tutto il materiale che abbiamo visto in questi anni. Gli mancavano pochi giorni alla promozione a tenente colonnello, quando cadde il muro e successe il casino. Perché vuole saperlo? E’ morto?
- Sì. Era lui Frank Schadel. Mi può trovare anche qualcosa su Klaus Dabringer?
- Qui non posso aiutarla, mi dispiace. Territorio minato.
- Perché?
- È un pezzo ancora più grosso.
- Ancora?
- Già.
- È già utile sapere questo. Grazie.
- Prego. Comunque, stia attento.
- Ci proverò. Ma alla fine ha finito il rapporto su Black Vinyl?
- Sì. Ho terminato anche l’ultima pagina.
- Di chi erano le firme?
- Franz-Paul Ostertag, Franz Stein e Klaus Dabringer. Il primo era il contatto, il secondo redigeva il rapporto e il terzo era il loro capo.
- Bene. Grazie, come sempre.
- Prego.
Bene un cazzo, comunque.
Devo tornare a Hof, e urlargli che mi ha detto un sacco di stronzate.
Anzi, meglio, lo chiamo ora.