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Capolavori - "Ed Wood" di Tim Burton

Creato il 01 agosto 2010 da Ludacri87
Capolavori -
Memorabilia entusiasmante di b-movies, z-movies dal tocco poetico. Da un canovaccio tipicamente burtoniano, per la forza dell’inettitudine che si erge come sigillo distintivo nella società, il film più esaltante del regista spettinato e “fumato”. Rapporto meta-cinematografico complesso per un soggetto di rara forza, la pellicola cattura, rende meraviglioso, popolato di strani esseri, che incarnano il modello sempre vago del “diverso”, il mondo di Tim Burton, in una prospettiva di chiara ammirazione per Fellini, maestro di tematica e caratterizzazione più che di tecnica e di struttura. Ed Wood è l’uomo comune, genio incompreso o cialtrone leggermente borderline con un gusto esilarante nell’indossare abiti femminili, golfini d’angora, parrucche biondo platino?Si evince la chiara dipendenza per un vernacolare, immediato tuttofare sulle orme opprimenti di Orson Welles, dal frettoloso, irreale, unico ciak, ma pur sempre dichiarato modello perché creativo, unico, particolare. E, poi, l’incontro con Bela Lugosi, il celebre Dracula dell’omonima trasposizione cinematografica, attaccato, privo di linfa attoriale, alla morfina e soggetto ad una spaventosa identificazione con il suo personaggio più noto. L’indole apparente, la dolorosa fine, la teatrale ma caparbia capacità artistica, l’interpretazione, in un gioco in cui pare difficile cogliere il distacco tra persona e personaggio, dell’Oscar Martin Landau , ne fanno una figura che non sbiadirà mai negli anni, eroe maledetto all’apparenza, con il coraggio e la forza nell’aspirare ad un lavoro, anche in sodalizio con uno squattrinato, abbandonato dalla moglie chic e garbata (Sarah Jessica Parker), pseudo-regista, circondato da un circo di comprimari minori esilaranti nella personalità istrionica (Bill Murray con il mascara sottile agli occhi, incerto sulla costituzione di un’identità femminile). Hollywood risplende fuori dalla luce ammaliatrice ma opprimente delle grandi produzioni cinematografiche e vive di corti, spezzoni tagliati, irrealtà fuorviante, interpretazioni da quattro soldi. Vive di storie, che, pur destando un facile attacco (Ed Wood è stato eletto “il peggior regista di tutti i tempi”), sono frutto della creatività, spicciola in apparenza, ma geniale nell’insieme, di un uomo comune. Non conta la produzione, quanto la personalità e l’agire di un grande piccolo uomo, nelle mani di Johnny Deep. E' probabilmente il punto più alto della carriera di tim Burton e del sodalizio con Johnny Deep. Per questo film, nutro un affetto enorme. Vi posto delle clip. Il doppiaggio è pessimo.


In originale:
Pubblicato da francescomain

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