Ogni 13 anni circa, la luna e un non meglio precisato pianeta rosso si allineano nello spazio dando luogo alla cosiddetta settimana della luna di sangue. Nel cielo si leva tondeggiante un plenilunio rosso e sulla piccola comunità in cui vive Valerie (cappuccetto) piomba una belva dalla forza inaudita e ben pronta a farsi uno spuntino con chiunque le capiti a tiro o a trasformare a sua immagine e somiglianza chi si beccherà semplicemente un suo mozzico. Una delle vittime è proprio la sorella di Valerie, uscita stranamente durante una nevicata notturna per incontrare qualcuno. La sua morte scatena una sete vendicativa senza pari da parte degli abitanti del villaggio che culminerà in un'altra, inutile morte e nella cattura di una preda innocente. Ciò che ancora i vendicatori non sanno è che l'animale diventa tale soltanto di notte, mentre durante il giorno cela la propria natura sotto le spoglie di un essere umano perfettamente integrato tra loro.Valerie (Amanda Seyfried) è entrata nelle grazie di due forzuti pretendenti - Henry (Max Irons) e Peter (Shiloh Fernandez) - che manco a dirlo, insieme a lei sono gli unici bonazzi della vicenda, se escludiamo alcuni gendarmi di colore giunti sul posto con padre Solomon (Gary Oldman) nel tentativo di debellare il vero e metamorfico lupo.Il triangolo amoroso si complica proprio perché Valerie, dopo un inatteso faccia a faccia con l'animale durante una violenta razzia, si rende conto di sentirlo parlare e di udirlo pronunciare un invito a stare con lui che i suoi stessi spasimanti le rinnovano continuamente usando per di più le medesime parole. Il sospetto che uno di loro possa essere la creatura infernale la manda perennemente in confusione, così come lo strano comportamento della nonna e della madre che altrettanto rende loro papabili sospette.
Cappuccetto Rosso Sangue di Catherine Hardwicke è un film girato a Vancouver che non fa altro che prendere a prestito la favola di Perrault per moltiplicarne in un gioco di specchi i protagonisti. Il cacciatore pertanto è un ruolo che finisce per essere pertinente a tutti i membri del villaggio pronti a vendere l'anima pur di stanare il lupo che, allo stesso modo, non è un'entità definita ma frammentaria, nascosta e distribuita tra molti possibili candidati a esserlo.
E così il giallo della sua identità è un mistero che si tinge di un rosso acceso e che si ammanta di fiabesco, proprio come le spalle di cappuccetto rosso, perennemente coperte dalla coltre che, da favorita, la investe di una scelta cruciale: sacrificarsi per il bene comune cedendo alle richieste del lupo o continuare a sfidarlo nel tentativo di capire chi sia?
Così tra taglialegna un po' troppo glamour, donnine un po' troppo svestite per essere in un posticino parecchi gradi sotto lo zero dove l'acqua sembra non ghiacciare mai, spade che trafiggono corpi come il tonno che si taglia con un grissino e un Gary Oldman che pare un Savonarola rimasto senza le gocce di "Valium" va in scena un dramma alla boscaiola fondamentalmente fedele alla vecchia storiella della visita con tanto di paniere a una nonna fortunatamente meno pelosa. E Hollywood, come al solito, non rinuncia ad affidare il mantello da protagonista a una bella e desiderabile squinzia. Del resto si sa che il lupo perde il pelo ma non il vizio...