Scatola personalizzata
Dopo le feste natalizie torniamo a parlare di quei bei pupazzoni che produce la Hot Toys e che vedono stipendi di stimate famiglie volatilizzarsi all'uscita dei negozi o le carte di credito prosciugate nell'Internet.Il Natale ha portato nella Terra dei Puffi un pezzo pregiato: Captain America versione The Avengers. Quindi, come già sperimentato quest'estate, ecco l'unboxing di uno dei più grandi supereroi di tutti i tempi.
L'imballo è classico: scatola di cartone personalizzata e di un cartone spesso e resistente.
All'interno, conservata in un involucro di plastica. il vero e proprio contenitore del Cap. Sul fronte l'immagine del profilo della statua ispirata a Chris Evans, sui lati un logo raffigurante l'ala del Cap, sul retro descrizione e caratteristiche delle statua.
Una volta rimosso, facendola scivolare, la seconda copertura della scatola vediamo per la prima volta il Cap. L'emozione è tanta, ma anche la plastica che lo protegge lo è.
Una volta estratta la confezione vera e propria dalla scatola bisogna iniziare a sollevare il primo coperchio protettivo. Così facendo si entra in vivo contatto con la riproduzione. Massiccia e pesante ha testa, torace, mani e piedi protetti da plastica trasparente.
La stabilità data dagli stivali rossi con suola cingolata non è sicura come quella della Vedova, ma posandolo un po' si riesce a fare stare in piedi. A corredo troviamo altre quattro mani destra, tre sinistra, due polsi, una testa di Steve Rogers ed il cappuccio per quando viene montata.
Rimuovendo la seconda protezione accediamo agli accessori da battaglia. Protetti da uno strato di plastica morbida ecco due Scudi (uno intonso ed uno con bruciature da arma aliena), un fucile dei Chitauri e le due parti che compongono l'espositore: il sostegno pelvico e la base personalizzata.
Confezione protetta
Confezione senza protezione
Lato uno
Lato 2
Retro della scatola esterna
Retro confezione interna
Finalmente si vede il Cap!
Ci avviciniamo, ma è ben protetto
Estratto e protetto
Estratto e sprotetto
Secondo livello di protezione
Sorretto dallo stand personalizzato
Sorretto, armato e protettivo
Lo scudo, in plastica rigida, ma realistico
Piano americano
Dettaglio degli stivali e del piedistallo personalizzato
Aggressivo
Come detto, seppure le giunture siano identiche come funzionamento a quelle della Vedova Nera, la posabiltà è, in paragone, meno dinamica. Vuoi che sia per via della diversa massa del personaggio, vuoi che sia per il diverso spessore dell'uniforme, ma resta una caratteristica evidente.La tuta è fenomenale, sembra un abito vero! Rifinita nei dettagli e curata è una gioia sia per gli occhi che per il tatto. L'elmo è di silicone non è rimovibile, ma è morbido e dettagliato. Gli stivali, come detto, rendono la stabilità approssimativa per via della loro rigidità, ma sembrano veri. La rigidità della calzatura non premette il movimento della caviglia che, probabilmente, non è articolata.
Unico difetto dell'abito è l'allacciatura della cintura. L'accessorio non risponde alla fibbia sul davanti, ma su un incastro fianco sinistro. Forse sarebbe stato meglio usare del velcro, ma tant'è.
Le mani sostitutive sono in diverse posizioni: aperte, semichiuse e pugni e sono tutte ben curate. La mano semi aperta serve per reggere lo scudo. Il sistema per collegare lo scudo alla mano del Cap è curato, ma eccessivamente elaborato. Si prende la mano semi aperta, si sgancia una allacciatura delle cinghie sull'interno dello scudo, la si fa passare nella mano e si chiude. A dirlo è facile. Peccato che il tutto si svolga sul filo dei millimetri e sia molto delicato. La rottura è dietro l'angolo. D'altronde è un'azione imprescindibile: non si può neanche pensare a Capitan America senza scudo.
All'altro braccio, a questo punto, possiamo sia lasciare il pugno originale od attaccare il polso di riserva ed applicare od una mano in posizione diversa od il fucile Chitauro (che dentro non ha la mano!).
La fatica viene ripagata dall'avere in esposizione un'action figure con i contro fiocchi.
Captain America
Ecco se vogliamo... gli occhi che guardano verso l'alto non è che siano proprio il massimo, ma ci possiamo lavorare.