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Captain America. Il primo vendicatore.

Creato il 18 settembre 2012 da Sambruno
Captain America. Il primo vendicatore.Il film è vecchio di un anno, ma mi sono decisa a vederlo soltanto un paio di giorni fa, sulla scia dell'entusiasmo per The Avengers. Nel commento ho parlato un po' della trama, ma suppongo di non fare torto a nessuno: chi voleva vedere il film l'avrà visto da un pezzo, chi non era interessato non starà a perdere tempo su questa pagina. Gli indecisi, se ci sono, ricordino che più avanti c'è qualche piccolo spoiler ;)
I supereroi non mi piacciono. Non lo dico per partito preso: ho provato a leggere qualche fumetto, a guardare i cartoni animati. Niente. Però raramente resto arroccata sulle mie posizioni. Avevo sentito dire che The Avengers era bello, divertente, così sono andata a vederlo. E sono tornata quando l'hanno programmato al cinema all'aperto. La prima volta, il Capitano non mi era piaciuto. La seconda, ho cominciato a rivedere l'opinione che mi ero fatta. Ho guardato il film una terza... e sono arrivata a ricredermi del tutto, così è diventato giocoforza vedere il suo film. E mi è piaciuto. Anche se non mi ha del tutto convinta - e lo dico da profana, eh? Non mi interesso di cinema, quindi non mi riferisco a fotografia, effetti speciali, bravura del regista: non saprei da che parte cominciare a muovere appunti/apprezzamenti.
Il film comincia presentando Steve Rogers: ragazzo asmatico, basso e mingherlino, che desidera combattere contro i nazisti, tanto da cercare di arruolarsi in cinque città diverse, inventandosi cinque nomi e cinque storie familiari. Che attacca baruffa con tizi più grandi e grossi di lui, ma non fugge mai.

Captain America. Il primo vendicatore.

- Steve Rogers prima -

Forse oggi questo ragazzo imbevuto di patriottismo può far storcere la bocca... ma nel film siamo in America, durante la WWII. E, oltre a questo, Steve ha un forte senso del dovere ed è buono e galante - caratteristiche che mi avevano colpita anche in The Avengers, per esempio: quando protegge Vedova Nera con il suo scudo. Insomma, può risultare un po' ossessivo-compulsivo con il suo essere tutto d'un pezzo, ma ci sta dentro, e Chris Evans si cala bene (e viene calato bene) nei panni di questa acciughina, che dietro l'apparenza sfigata cela una mente acuta (nel film c'è una scena alla Mulan che mi ha fatta lollare ^^) e grande umanità. Caratteristiche che convincono il Dr. Erskine a puntare su di lui. Il siero che ha creato potenzia tanto il corpo umano quanto ciò che fa di un uomo quel che è: "il cattivo diventa pessimo; il buono diventa ottimo".
Ora: sono ignorante in materia di cinema/televisione e lo so. Pertanto non stupitevi e non rompetemi le scatole se adesso dico che Stanley Tucci l'avrò sicuramente visto altre volte, ma - stringi stringi - non lo conoscevo. Dopo questo film è probabile che non lo dimenticherò (vorrei poter dire "sicuramente", ma la mia memoria... eh, signora mia, con la memoria che ho, la testa non la dimentico sul cuscino solo perché è avvitata al collo). Erskine ha poco spazio e poche battute importanti, ma Stanley Tucci lo rende in modo tale che, nelle scene in cui lui e Evans sono insieme, Evans passa in secondo piano.
Long story short, a Steve viene iniettato il siero e il ragazzo basso, mingherlino e asmatico diventa un supersoldato, alto, muscoloso, imbattibile e instancabile - come dimostra nell'inseguimento mozzafiato cui si dà appena uscito dalla capsula in cui è avvenuta la sua trasformazione, e che si conclude con lui che finisce sui giornali, immortalato mentre si fa scudo della portiera di un taxi, con la stella americana dipinta al centro. L'inizio della... be', non proprio della sua carriera militare.

Captain America. Il primo vendicatore.

- Steve Rogers dopo. Una montagna di muscoli, imbattibile... Come possiamo impiegarlo per vincere la guerra? -

Il Capitano non finisce al fronte, come si aspetta chi non sa una ceppa dei fumetti (ogni riferimento a me medesima è voluto e non casuale). Finisce a fare la starlette. Gli americani sono strani forte... La figurina di Coulson che si vede in The Avengers è una delle locandine degli spettacoli in cui il Capitano solleva ragazze a cavallo di una moto (un po' come il Gaston del disneyano La Bella e la Bestia - ma senza mare di peli sul petto e con un cervello a posto ^^). Una situazione umiliante, che Steve affronta come al suo solito: con devozione e impegno, pur sentendosi una scimmia ammaestrata. E okay, io - a quel punto - a 'sto ragazzo volevo bene. E gliene ho voluto di più quando intraprende una eroicissima azione in una base nemica in calzamaglia, elmetto rubato a una ballerina e scudo a stelle e strisce appeso alla schiena (per la serie "sono il bersaglio! Yu-huuu, colpitemi, su!"). LOL il momento in cui libera i compatrioti prigionieri, dice loro di chiamarsi Captain America e si becca in risposta un poco grato "Eh?!" e parecchie occhiate di sfottimento. Il ragazzo ha dignità :)
In questa lunga premessa vengono delineati - chi in maniera approfondita, chi meno, per ragioni di spazio e di tempo - tutti i personaggi del film: l'agente Carter, il love interest del Capitano (che con le donne è ingenuo da non crederci, benché la cosa sia assolutamente coerente); l'amico Bucky, Howard Stark (che ho adorato: scienziato affascinantissimo e geniale, con un che di vagamente pazzoide) e il Teschio Rosso.
Dopodiché, si corre verso il finale, quindi non ci sono ulteriori possibilità di evoluzione.
E in questi elementi, in soldoni, sta il motivo per cui il film non mi ha convinta del tutto:
  • la premessa è molto lunga, un po' troppo: soffoca il resto del film, ovvero la guerra che il Capitano ingaggia contro il Teschio Rosso. C'era molto da dire, in effetti, eppure - nonostante il tempo che è stato speso per mettere tutte le carte in tavola - certi elementi risultano compressi, come la storia di come il Colonnello Schmidt (uno schizzato, glaciale e psicopatico Hugo Weaving) diventa il Teschio; a tratti sembra di assistere a uno di quei vecchi cinegiornali: pochi fotogrammi per grandi eventi, riassunti da uno speaker con la parlantina a mitraglia;
  • il resto del film "galoppa", a scapito del - massì, va - a scapito del pathos: le morti che segnano Steve sono parecchio all'acqua di rose, banalizzate dal consueto "non è stata colpa tua", "sì, è stata colpa mia". Si fila a tutta velocità verso una conclusione non del tutto soddisfacente, specie per quanto riguarda il Teschio Rosso...
  • il quale, appunto, è freddo e psicopatico, ma niente di più. Un antagonista troppo piatto, opposto a un protagonista sfaccettato e molto approfondito.
Curioso il design delle armi dell'Hydra: forse un po' troppo "spaziale", per una storia ambientata durante la WWII. Che siano iperultraboom! ci sta tutto, considerata la fonte di energia che le alimenta, però - insomma - facevano un po' troppo fantascienza - imho. Nonostante tutto, comunque, è una goduria vederle in azione.
E adesso, in pillole:
  • perché in The Avengers (nel film e anche nei comics, suppongo) hanno dovuto per forza mettere manine nel design della divisa? Quella che il Capitano indossa qui è più sobria, mi è piaciuta;
  • bella "atmosfera", in generale: ci sono alcune parti che immergono parecchio negli anni '40.
Adesso sono obbligata a recuperare gli altri film che fanno un po' da introduzione a The Avengers e che non ho voluto vedere, ovvero i due Hulk, o che ho visto con scarso interesse, ovvero Iron Man (il secondo non lo avevo nemmeno considerato: disonore su di me, disonore sulla mia mucca!)

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