A Capua, in via Luigi Baia, è collocata una delle Basiliche più antiche delle nostre terre, in cui civiltà diverse e legende ne raccontano la storia. Si tratta della Basilica di Sant’Angelo in Formis, candidata ora a diventare patrimonio dell’Unesco.
La candidatura è stata presentata dalla Commissione Nazionale Unesco Italia, dopo un’attenta analisi nell’ambito del la selezione del Mibact. A darne notizia sul Social, l’assessore alla Cultura, musei, biblioteche e riqualificazione urbana del Comune di Capua, Jolanda Capriglione, la quale il 23 gennaio posta su Facebook:
“Grande gioia: la Basilica Benedettina di Sant’Angelo in Formis ha superato tutte le prove italiane, le più temibili. Dopo la lunga (!!!) e complessa analisi del MIBACT fra decine di richieste, dopo l’attenta selezione fra le tante richieste pervenute dal MIBACT, appunto, alla Commissione Nazionale,
l’Unesco Italia, propone a Parigi la nostra splendida Basilica per il riconoscimento come Patrimonio Mondiale.
Abbiamo superato tutte le prove più difficili, siamo di fatto alla fine del lungo, difficilissimo percorso. Abbiamo ben ragione di essere orgogliosi.
Cominciamo a far festa perché è e deve essere festa per le Basiliche Benedettine, per Sant’Angelo in Formis, per Capua!”.
Basilica di Sant’Angelo in Formis
Attualmente la proposta è al vaglio della Commissione Parigina dell’Unesco, in vista del riconoscimento mondiale.
Senza dubbio, la Basilica di Capua rappresenta un’artistica contaminazione di civiltà ed ere che si sono seguite nella storia: Sede di un tempio forse già dal VI sec. a.C., la chiesa era dedicata alla dea Diana, portatrice della cultura villanoviana, culto persistente anche in piena età cristiana. Dalla dominazione Etrusca gravitò poi nell’interesse dei Romani verso il II secolo a.c., quando fu sottoposta a diversi interventi architettonici. Di grande bellezza sono gli affreschi presenti nella struttura, i quali la caratterizzano, attribuendo ad essa un colore autentico e semplice: gli episodi proposti riguardano sia il Vecchio che il Nuovo testamento, nelle scene decisamente più forti, quali l’ascensione, la crocifissione e la resurrezione. Si tratta della chiara espressione dell’arte romana nel meridione di Italia.
Altra rappresentazione degna di nota è l’abate Desiderio che reca tra le mani il modello stesso della basilica, nell’atto di offrirla come dono a Cristo. Molti altri simboli sono presenti negli affreschi, ognuno dei quali densi di significato.
La Basilica, soggetta costantemente ad opere di restauro volute dalla Soprintendenza, è uno dei posti in cui le coppie di innamorati scelgono di sigillare il matrimonio: L’intimità e lo scenario del passato regalano un’inconsueta introspezione.