Secondo la cartina dell’ATM che indica dove sono ubicati i parcheggi, posso disporre di un’auto in Cinque Giornate, angolo Premuda, parcheggio indicato solo dalle strisce gialle a terra, dove spesso parcheggiano anche altre automobili e, difficilmente trovabile perchè non c’è il cartello GuidaMi ma solo un divieto di sosta. Se da lì devo raggiungere Largo Richini, Università Statale, per andare in corso di Porta Romana, ho qualche problema di parcheggio. Nel luogo indicato dalla mappa dell’ATM c’è sì un’area destinata ai veicoli elettrici (con una centralina A2A per la ricarica elettrica) ma nessuna traccia di cartelli GuidaMi. Se invece voglio fermarmi in via Larga, di fianco alla sede del Comune non c’è problema, così come di fianco alla sede dell’Assessorato alla Mobilità di piazza Beccaria. In Largo Bersaglieri è disponibile un posto auto per chi usa GuidaMi così come in via Larga, angolo Palazzo Reale dove due sono le auto a disposizione degli abbonati.
Un servizio che, come dichiarato nelle 100 cose fatte da Letizia Moratti alla voce “Viaggiamo più veloci e sicuri”, è il primo in Italia e conta una flotta di circa 100 auto, oltre 60 parcheggi, 3500 iscritti. Servizio tra l’altro implementato, secondo quanto riportato dall’ATM, lo scorso mese di marzo e che prevede, entro l’estate 2011, un totale di 70 parcheggi disponibili.
Aldo Palaoro
“Un’iniziativa senz’altro lodevole che, come altre –mi spiega Aldo Palaoro, cittadino che vuole, come tutti, una Milano migliore, candidato nella lista Milano Civica per Pisapia, alla recente tornata amministrativa – è rimasto nelle intenzioni della giunta uscente”.
Aldo si dice pronto, quando sarà il momento giusto, a rottamare con soddisfazione la sua ultima automobile ma aspetta un concreto passo avanti.
La città, meglio l’area metropolitana, si presterebbe per la sua morfologia, per la ridotta estensione, per un sistema di trasporti potenzialmente integrato, offrirebbe la possibilità di offrire un agevole raggiungimento di qualsiasi veicolo dislocato ovunque.
Secondo Aldo: “un’amministrazione deve, però crederci fino in fondo ed investire. Non si tratta solo di offrire un servizio ma di cambiare la mentalità di approccio al movimento, dove l’auto non è un possesso ma uno strumento, uno dei tanti e si usa solo in casi veramente importanti”.
“Per migliorare”, prosegue Aldo, “gli esempi non mancano, basta copiare. Comune a diverse città europee e americane è, innanzitutto, un piano di forte incentivazione alla rottamazione che pone il cittadino nella condizione di avere un immediato vantaggio dal non possesso. In questo modo aumentando il numero degli utenti, il servizio diventa conveniente e la collettività ne ricava benefici già nel breve.
In Germania, un caso esemplare accade a Ulm, popolare tra i più giovani, dove non c’è necessità di prenotazione. Il servizio è a minuti e non ad ore, la restituzione può avvenire praticamente in tutti i parcheggi della città, un sistema centralizzato permette una facile ricerca del mezzo più prossimo al successivo cliente. Ad Austin in Texas, per aver a disposizione un numero superiore di parcheggi dal comune, la società offre in cambio ai dipendenti comunali l’uso gratuito dei mezzi, aumentando di fatto il numero di utenti potenziali. A Parigi stanno sperimentando un progetto che prevede 3000 auto elettriche, dislocate in 1000 parcheggi, nonché la ricarica gratuita. A Toronto si è arrivati a offrire dei benefici ai costruttori che prevedono posti auto a disposizione del car sharing nei nuovi palazzi”.
Potremmo continuare all’infinito ma il suggerimento di Aldo Palaoro è: “di adottare una modalità di servizio che, grazie alle nuove tecnologie, oggi è possibile. A Milano funzionerebbe sia per come è strutturata la città, sia per la mentalità del milanese medio, sempre attento alle novità e molto pragmatico”.
“Nella Milano da vivere”, conclude Aldo, “oggi si potrebbe pensare alla città come ad un enorme parcheggio di car sharing, usando una semplice applicazione che permette la rilevazione satellitare dei mezzi. I mezzi possono così essere lasciati e prelevati ovunque e la sola preoccupazione dell’amministrazione dovrebbe essere, in caso di un parco auto definitivamente elettrico, la diffusione di punti di ricarica ovviamente gratutiti.