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“Cara Clarissa” di Silvia Ricci Lempen

Creato il 12 giugno 2013 da Rita Charbonnier @ritacharbonnier

“Cara Clarissa” di Silvia Ricci Lempen

Cara Clarissa. Iacobelli, 2013

E’ da poco uscito per Iacobelli Editore Cara Clarissa, il nuovo romanzo di Silvia Ricci Lempen – autrice di Una famiglia perfetta, tra i dodici finalisti del “Libro dell’anno” 2011 del programma radiofonico Fahrenheit. Su questo blog trovate un’intervista originale che l’autrice mi ha rilasciato a proposito del suo primo romanzo, di questioni di scrittura e di “scrittura femminile”. Ne riporto un brano:

Lei ritiene che l’attività di una scrittrice si differenzi in qualche modo dall’attività di uno scrittore? Esiste, a suo avviso, una “scrittura femminile”?
La «scrittura femminile» è un concetto degli anni ‘70 che non mi è mai stato troppo simpatico, perché vuole suggerire che le donne, in genere, praticano la creazione in modo diverso dagli uomini, attingendo più di loro alle zone pre-discorsive della psiche. E non mi è mai piaciuto nemmeno il parallelismo fra la creazione artistica e la maternità, che secondo la mia esperienza personale è una cosa ben diversa. Vero è di certo che le donne – o buona parte di loro, non bisogna generalizzare – raccontano cose diverse da quelle che raccontano gli uomini, e le raccontano in un modo diverso… proprio come un autore africano o rumeno racconta cose diverse e in modo diverso da un autore milanese. Ma il vero problema secondo me non è tanto quello delle tematiche o delle scelte stilistiche, è quello dei criteri dell’universale, che sono più sociologici e antropologici che prettamente estetici.

Su questa pagina del sito di Fahrenheit potete ascoltare l’intervista che Loredana Lipperini ha fatto a Silvia Ricci Lempen a proposito del suo nuovo romanzo. Di seguito, la presentazione a cura della casa editrice e i link per ordinarlo online.
Giulia è venuta a cercare in po' di pace, o forse a ritrovare se stessa, in un solitario chalet nelle Alpi svizzere. Inaspettatamente non sarà lei a ritrovarsi, ma il suo passato a bussare alla porta, ad aprire uno spiraglio nella memoria e a costringerla a tirare le somme di una vita di cui forse non risulta soddisfatta. L'angoscia del foglio bianco e di una lettera che non riesce a portare avanti, diventano i mezzi per raggiungere un più intimo rapporto con se stessa e per scavare, cercare e riportare alla luce elementi di un passato rimasti in sospeso.
Una scrittura nitida, spietatamente precisa, che esalta il dettaglio e si addentra nel vissuto della protagonista, ci mantiene con il fiato sospeso fino alla definitiva resa dei conti. In un'alternanza continua tra presente e passato, Giulia ricompone una storia personale, riproponendo un dramma tipicamente femminile tra dovere e piacere, agio e soddisfazione, conducendoci a un'insolita soluzione.


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