Cara Mamma e caro Papá io me ne vado. Ciao, prendo la mia valigia, metto sulle spalle lo zaino e parto. Me ne vado dalla mia patria. Io me ne vado altrove. Sicuramente 20 o 30 anni fa mentre mi tenevi fra le braccia, e la scia magica degli anni ’80 illuminava la via del successo per tutti, del tutti famosi … tu sicuro non pensavi che un domani sarei dovuto andare via, via a vivere all’estero.
Non pensavi che ti saresti ritrovato a sentirmi dire che andavo a vivere a Londra, Parigi, New York, Vienna, Dubai, Pechino, Melbourne … il massimo forse sarebbe stato Milano, Napoli, Roma, Catania …
Nessuno parla di voi, voi gli invisibili spettatori di un esodo che sembra riportarci indietro di un secolo. Ma vedi non hai diritto di lamentarti, all’epoca neanche c’era Skype!
Non hai diritto di lamentarti perché tuo figlio sará cittadino del mondo, non hai diritto di chiederti il perché. Perché vedi quel “perché” é sotto gli occhi di tutti. E non hai diritto di fermarli, perché hai poco da offrire per farli rimanere.
E allora sai che fai? Sai che si fa quando si é messi alle strette? Accetti!
Accetti che tutto sommato non é poi cosí male andare a vedere Londra una volta o piú all’anno, o Parigi, o Berlino, Miami o Vancouver. Che il corso di computer che volevi fare, ora te lo fai per foza perché cosí impari ad usare Skype. Accetti che tuo figlio/a, li vedi per le “vacanze”. Accetti che forse tua figlia/o conosce qualcuno del posto e rimane lí a vivere. Accetti che fa nuove esperienze, vive la sua vita e te la filtra attraverso Facebook e Skype. Accetti che forse va a vivere ancora piú lontano. Accetti di farti la tessera millemiglia perché ormai prendi aerei cosí come prendi l’auto. Accetti di imparare nuovi usi e costumi e di vedere tuo figlio/a fare cose diverse dalle tue. Accetti di dire con una punta di orgoglio che tuo figlio/a lavora a Berlino o Sydney. Accetti di spedire biscotti e quanto altro di italiano puoi mandare, quando lui o lei ha nostalgia o gli manca un morso della tua fantastica crostata. Accetti di stare preoccupata se succede qualcosa in quel dato paese e tu sei lontana/o. Accetti di sentirti dire, no questa volta non posso scendere. Accetti i suoi compleanni senza lui/lei presente. Accetti di essere felice quando lui o lei ti dice che ha fatto questo o quello, o che ha ottenuto quello per cui ha lasciato il suo paese. Accetti di aiutarlo e di non fargli pesare troppo la tua malinconia. Accetti le lunghe chiacchierate al telefono. Accetti di arrabbiarti sul perché si é arrivati a questo. Accetti di essere felice che sia diventato grande nel mondo. Accetti quando torna e magari poi dopo un paio di anni riparte. Accetti che ormai non ci sono confini e quelli che sono rimasti per lo piú sono mentali, o di chi non accetta che il mondo ormai non finisce alle Colonne d’Ercole. Accetti e basta. Accetti e anzi, lo aiuti, e assieme a lui/lei ti leggi i blog, e scrivi ad altri blogger per chiedere informazioni.
E poi mi mandi le foto, di te e tuo figlio a Londra. E poi mi scrivi che sei stata per la prima volta a Londra, e tuo figlio ti ha fatto fare il giro turistico e ti sei divertita. E poi tu papá mi scrivi di nascosto perché vuoi delucidazioni su come fare un CV per il mercato estero, cosí tuo figlio avrá piú chances quassú. E cerchi anche conforto, che tua figlia appena ventenne sará ok qui in UK. E poi mi scrivi che hai pianto, ma di nascosto perché non vuoi farglielo pesare, non vuoi farglielo pesare che anche se gli hai detto che eri contro, a te in fondo pesava e doleva che se ne sarebbe andato a vivere all’estero. Doleva poter dire che lo accetti, ma non lo accetti allo stesso tempo. Perché le mamme e papá italiani per quanto se ne dica, per come se ne dica, nel bene o nel male sono unici al mondo. Con quel loro essere chioccia, e dall’altra parte puntare il dito e dire che sfornano solo dei bamboccioni .. quando non é vero. Perché ne vedo di figli coraggiosi, che prendono e partono e ci provano, e spesso riescono, nonostante qui fuori, qui lontano da casa non sia tutto rosa e fiori.
Ma oggi volevo parlare di loro, forse perché manca solo un mese a Natale. Forse perché mi hai scritto che vai su a trovare tuo figlio, e che sei contenta perché dicono che Londra sotto Natale é magnifica. Forse perché lui/lei fra poche settimane scende per le feste. O forse … forse solo perché quando sono partita mi hai dato contro, ma so, sí lo so che non ce la facevi a dire che eri orgogliosa ma ti sarei mancata.
Quando scendi?
Ma ritornerai a vivere in Italia?
Ti preparo le lasagne quando scendi!
Ora vado in posta e ti spedisco qualcosa!
Mi manchi, non vedo l’ora che scendi, o che salgo io!
La nonna ti saluta!
Ti voglio bene, mamma e papá.