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Caravaggio

Creato il 11 marzo 2013 da Artesplorando @artesplorando

Con questo post affronto un artista che amo profondamente. Pittore straordinario e rivoluzionario, la sua opera emerge verso lo spettatore, lo attira a se come una calamita. Luce ed ombre definiscono le scene ambientate in non luoghi. Persona estremamente complessa, dal carattere rissoso, cupo che lo ha portato spesso nei guai e che ha creato intorno a lui un aurea da "pittore maledetto".

Quando lavorava ad una commissione si chiudeva nel suo studio, senza mangiare né dormire fino al termine dell'opera, ma quando non lavorava si concedeva ai piaceri della vita.

Nulla ci ha lasciato di scritto per cui non sappiamo quasi niente sulla sua vita privata che vada oltre ai numerosi rapporti redatti dalla polizia del tempo e legati al suo carattere ruvido ed aggressivo. Non sappiamo quali fossero le sue opinioni politiche, filosofiche, il credo religioso, le sue preferenze sessuali.

Esistono solo congetture ed anche la sua morte, per presunta febbre malarica, non è certa, il suo sepolcro mai trovato. Il maestro è scivolato via nel nulla, lasciandoci opere d'arte meravigliose.

Persona ammirata da pochi, ed odiata da molti.


Cercherò qui di seguito, nel modo più sintetico possibile, di esporre fatti ed opere della sua breve vita.

Michelangelo Merisi nasce il 29 settembre 1571 a Milano. Chiamato Caravaggio dal nome della cittadina in provincia di Bergamo dove trascorse l'infanzia, il suo apprendistato avviene a Milano (1584-1588) presso la bottega del pittore bergamasco Simone Peterzano. Dai pittori lombardi del Cinquecento ereditò il naturalismo e l'attenzione al dato reale. Spirito inquieto, già nel 1590 trascorre un anno in prigione per un crimine inconfessato. Nel 1592 si trasferisce a Roma e nel 1593 lavora per alcuni mesi presso la bottega del Cavalier d'Arpino dipingendo nature morte di fiori e frutta. Nel 1595 è accolto in casa del cardinale Francesco Maria Del Monte, suo primo importante mecenate. Di questi anni sono i Bari, Riposo durante la fuga in Egitto (Roma, Galleria Doria Pamphilj), Bacco e la Maddalena penitente. Grazie al suo protettore entra in contatto con le più importanti famiglie romane e il 23 luglio 1599 ottiene la sua prima commissione pubblica: la Vocazione e il Martirio di san Matteo per la cappella Contarelli nella chiesa di San Luigi dei Francesi. L'anno successivo inizia la Conversione di san Paolo e la Crocifissione di san Pietro per la cappella Cerasi in Santa Maria del Popolo e, nel 1602, completa il ciclo della cappella Contarelli con la seconda versione del San Matteo e l'angelo. Le sue opere si caratterizzano in maniera sempre più incisiva per i forti contrasti luministici e l'intensa tensione drammatica. Nei primi anni del Seicento dipinge, ancora a Roma, il Sacrificio di Isacco e la Madonna dei pellegrini. A Genova nel 1605, per sfuggire alla giustizia in seguito al ferimento del notaio Mariano Pasqualone, dipinge l'Ecce Homo. Il 26 maggio del 1606 uccide in una rissa Ranuccio Tomassoni da Terni; condannato a morte ripara prima presso i feudi dei suoi protettori e amici romani, ma poi si rassegna a rifugiarsi a Napoli dove lascia due capolavori, le Sette opere di Misericordia e la Madonna del rosario. L'anno successivo si trasferisce a Malta dove esegue l'enorme tela con la Decollazione del Battista, unica opera firmata. Scoperto, riprende la fuga passando per Messina, Palermo e Napoli. Un anno prima della tragica morte dipinge la Resurrezione di Lazzaro e l'Adorazione dei pastori. Nel 1610, ottenuta la grazia papale, decide di tornare a Roma via mare, ma, raggiunto Porto Ercole, muore di febbre sulla spiaggia.

Vi lascio con questo curioso ritratto che ci da un pittore, scrittore fiammingo che al meglio forse rappresenta il suo temperamento:

Questo Michelangelo dunque s'è conquistato con la sua opera fama, onore e rinomanza [...] Egli dice infatti che tutte le cose non son altro che bagatelle, fanciullaggini o baggianate - chiunque le abbia dipinte - se esse non sono fatte dal vero, e che nulla vi può essere di buono o di meglio che seguire la natura. [...] Ora egli è un misto di grano e di pula; infatti non si consacra di continuo allo studio, ma quando ha lavorato un paio di settimane, se ne va a spasso per un mese o due con lo spadone al fianco e un servo di dietro, e gira da un gioco di palla all'altro, molto incline a duellare e far baruffe, cosicché è raro che lo si possa frequentare.

Karel van Mander, da Het Schilderboek, 1604


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