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Cardi contro rose su un'altra isola

Creato il 26 settembre 2011 da Rightrugby
Cardi contro rose su un'altra isola Nel Mondiale più australe che non si può perché giocarsi la Webb Ellis Cup in Nuova Zelanda pare perfino scontato, sabato prossimo è in programma roba ad alto contenuto boreale. Inghilterra - Scozia, ad Auckland: la sfida che generò il rugby internazionale, tra Calcutta Cup e tutto quello che ne è conseguito. Due formazioni che arrivano all'ultimo impegno della Pool B con stati d'animo ben diversi. La truppa di coach Martin Johnson con 14 punti, 17 mete messe a segno e solo una concessa. Quella di coach Andy Robinson sa di essere ad un passo dall'eliminazione, dopo la sconfitta di oggi contro l'Argentina. 10 punti e 4 mete all'attivo su un totale di 61 punti nella colonna dello score
I volti degli scozzesi dopo il match contro i Pumas sapevano non solo di rammarico e delusione, ma di smarrimento. Gente che al termine della battaglia di Wellington si è seduta in mezzo al campo, il capo basso e gli occhi sbarrati. Gli inglesi, invece, dopo le due uscite contro gli argentini prima e la Georgia poi, contrassegnate da un brutto rugby, dalla mancanza di un chiaro piano di gioco (soprattutto al debutto) e dall'indisciplina gratuita che ha reso le cose più complicate di quanto fosse nelle intenzioni del gruppo, hanno riempito di ossigeno i polmoni contro la Romania ed ora attendono quelli che stanno al di là del Vallo d'Adriano. Eventualmente, con la dovuta attenzione.
C'è un precedente nell'anno 2011, la sfida a Twickenham durante il Six Nations. Inghilterra lanciata verso la conquista del torneo con i gradi di Grand Slam e che effettivamente si impose, ma patendo. Un po' per i meriti degli avversari, molto per demeriti propri. E' il vizio di questa nazionale, che stando a Lawrence Dallaglio, saprebbe reggere la pressione (c'è da precisare che il pensiero si riferisce in particolare all'attitudine inglese alla RWC e difatti, qualunque sia il punto di vista, l'Inghilterra ha disputato le finali delle ultime due edizioni). 
Falli, palloni persi complicandosi la vita, nervi poco saldi. Tutto quello che occorrerebbe alla Scozia di Robinson per riuscire nello sgambetto, partendo dal presupposto che spetta anzitutto agli stessi scozzesi il compito principale: riuscire a dare una mano agli albionici per finire nella trappola. Come sono riusciti a fare i Pumas, guarda caso, quando è stato il loro turno di vedersela con Mike Tindall e compagni. 
I conti van fatti con l'oste, quindi si attendono i XV titolari per lo scontro di sabato. A tal proposito, dovesse essere confermato, Chris Paterson potrebbe regalarsi un altro placcaggio spettacolare ai danni di Ben Foden, dopo la saponetta su Lucas Amorosino. Il timore di non finire nel girone dell'inferno perché la matematica lo impedisce - e riprendendo il concetto di Dallaglio -, darebbe una mano all'Inghilterra che chiudendo al primo posto il girone se la vedrebbe con la Francia, in qualità di runner-up della Pool A
Uno spiritoso gioco della rivista Rugby World per passare in rassegna le squadre al Mondiale e identificando le squadre partecipanti con il vip di turno, lega la Scozia al personaggio protagonista del film "40 anni vergine", dal momento che le occorre tempo "to find the scoring touch". Per la cronaca, la stessa rivista gli argentini terzi nel girone, gli inglesi sconfitti alle semifinali. D'altronde, a non fare previsioni non si sbaglia sicuro. 


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