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Care letture

Creato il 28 maggio 2012 da Patriziabi (aspassotrailibri) @openars_libri

Digressioni letterarie -
Care letture

Voglio cominciare la settimana in un modo speciale.
Era in programma, a quest’ora, la pubblicazione de L’eco dei lettori: non me ne vorranno i miei e vostri lettori-recensori se posticipo il loro spazio per condividere sul blog… emozioni!
Non tutti i lettori del blog sono presenti in rete sui social networks, ed è un motivo per cui ho deciso di pubblicare questo post. Il secondo, è che non volevo che i ricordi si perdessero nell’etere (come spesso succede quando si pubblica sui social), ma ci tenevo che facessero parte del blog, che restassero, imprimessero ancora una volta la loro impronta, rinascessero e arrivassero con il loro bagaglio di vita.

Care letture

Gianni Rodari

Ieri Fabio mi ha fatto uno dei più bei regali che potessi desiderare: mi ha regalato Amore e Vita.
Dalla soffitta, dall’odore di umido e muffa, dalle pagine ingiallite, quasi marroni direi, mi ha riportato due libri di Gianni Rodari, Favole al telefono e La freccia azzurra.
Favole al telefono è parte del mio esistere, è la mia storia.
Quando l’ho riavuto tra le mani, ieri, mi ha assalito un’emozione così grande ed intensa da non riuscire a controllarla se non mostrando imbarazzo, quasi indifferenza (era l’unica arma che la sorpresa mi aveva lasciato a disposizione). Avevo bisogno del mio spazio per aprire il cuore ai Ricordi, avevo bisogno di essere sola con loro.
In quel primo istante, l’ho tenuto chiuso tra le mie dita, ho respirato appieno l’odore di umido di cui è impregnato, ho voltato qualche pagina piegata dagli anni, ho ricordato dove è stato per tutto questo tempo: altro non sono riuscita a fare, impotente.
Stamattina, appena sveglia, alzando la tapparella di una delle camere (quella in cui domina  l’immensa libreria) mi ha salutato l’odore, prepotente, di questi due libri, soffocando tutto il resto. Come possono due piccoli libri prendere così il sopravvento in una stanza in cui la fanno da padrone altre centinaia di pagine nuove e non? E’ la forza dei Ricordi, della Vita, che vince su ogni cosa.
Faccio colazione con il pensiero rivolto a quelle pagine. Non appena mi siedo alla scrivania per accendere il pc sono calamitata da una realtà parallela, che mi rapisce senza via di scampo. Quelle pagine vogliono attenzione, la chiedono, e la conquistano. La mia attenzione.
Con la paura tra le dita di far loro del male, di vederle dissolversi tra le pieghe del presente, comincio a scoprire la loro ricchezza.
Nell’aprire il desktop del computer mi preme il desiderio di dire grazie. Posto la foto sopra e le prima parole che riesco a mettere insieme “Che emozione riavere tra le mani i libri dei ricordi, le care letture, quelle custodite in soffitta, che odorano di umido, con le pagine gialle, quasi marroni direi, che parlano al cuore. Grazie a Fabio che le ha spolverate per me dalla soffitta.
Con una mano scrivo sulla tastiera e con l’altra esploro il mio nuovo, vecchio, mondo.

Care letture

Favole al telefono

Sorrido davanti alle indicazioni che riportano la quarta di copertina e l’ultima pagina del libro: il prezzo (millecinquecento lire) e “Finito di stampare il 23 luglio 1983 – II edizione – [...] Ristampa identica alla precedente del 29 gennaio 1983“. L’edizione Einaudi!
Fotografo la storia, con la webcam perchè non ho la forza di alzarmi dalla sedia ed impugnare la mia fidata e fedele macchina fotografica.
Posto anche questa foto sui social, con le mie parole “Era il lontano 1983 (quasi 30 anni!), la seconda edizione di Favole al telefono, finita di stampare il 23 luglio. Costato 5.500 Lire. Sa di soffitta e di ricordi. Un bel modo di cominciare la settimana.
La mia amica Ceneredirose commenta una delle foto, la prima, con un affettuoso “li voglio…. ♥
Sono bastate queste semplici due parole per scatenare un’onda dirompente nell’animo, che ha portato con sè tutto ciò che pagine e animo condividono.
Se li avessi trovati ad un mercatino non mi sarebbe dispiaciuto dividerli con te, conoscendo l’amore che hai per i libri (e per le emozioni). Ma sono proprio i miei, quelli che ho letto e riletto non so quante volte, che ho sfogliato fino a logorarne le pagine, su cui c’è ancora scritto il mio nome in stampatello sulla prima pagina. Erano custoditi tra umido e polvere, sono sopravvissuti a due alluvioni, al contrario di altri (ahimè). Odorano di vita, la mia. ♥” La mia risposta all’amica Ceneredirose ha spostato ogni singolo granello di quella polvere di cui il libro è impregnato, quella polvere che solo la storia, l’esistenza, il vissuto hanno la fortuna di portare con sé. L’ha spostato, con delicatezza, con la strenua volontà di farlo rimanere come una patina preziosa sugli oggetti più cari, quelli che lucidi e puliti non sarebbero gli stessi: spostato la polvere per far largo ai pensieri, alle riflessioni.

Care letture

Favole al telefono

Sulla prima pagina di Favole al telefono una calligrafia infantile, la bambina di allora, ha vergato con una matita in legno (di quelle con la punta grossa, da temperare con entusismo per poter ricominciare a raccontare chi sei, con in sottofondo il profumo di graffite, quella in cui tuffavamo l’indice della mano per poi sfumare, con energia e ingegno, disegni dai tratti netti), ha vergato -dicevo- il proprio nome e cognome, in stampatello per confermare con ancor più forza ed energia “Sono io. Io esisto” e per stabilire la proprietà di quello che sul momento era solo un libro e che dopo trent’anni diventa Vita.
La sopravvivenza è un’altra ricchezza di queste pagine: sopravvivere al tempo, sopravvivere nei ricordi, tanto da diventare immortale, sopravvivere alla vita, che porta con sé anche due alluvioni nelle quali, tra tanta tristezza, disperazione e impotenza, si può trovare la speranza anche attraverso il salvataggio di pagine che porteranno addosso i segni preziosi del destino.

Care letture

Favole al telefono

Sfoglio con rispetto e umiltà la Vita e mi ritrovo alla fine, alle ultime pagine, all’indice. Un tuffo al cuore e rimango senza fiato. Il libro non è sottolineato nè appuntato in alcuna parte, solo due segni, sopravvissuti al tempo, reduci della mia infanzia, urlano la loro esistenza. Mi parlano, vogliono raccontare, vogliono diventare presente e non essere solo passato. Mi indicano una strada comune, che ho paura di intraprendere, in cui una nebbia fitta sfuoca ogni razionalità. Due segni accanto a due delle settanta favole raccontate da Rodari.
Leggo i titoli e la morsa al cuore è ancora più stringente: Il mago delle comete e Ascensore per le stelle. La strada comune del cielo, di un mondo che troppo spesso ci dimentichiamo di osservare, impegnati a guardare davanti a noi, col capo chino per terra o sulla linea dell’orizzonte, per non inciampare, per guardarci le spalle, per proteggerci.
Alzare lo sguardo e osservare ciò che c’è, esiste, oltre l’ovvio, oltre la linea dell’orizzonte, verso il cielo. Non si tratta di essere credenti o non, di abbracciare una religione o un’altra (queste sono altre storie), si tratta di vedere un’altra dimensione, sopra le nostre teste, in cui le linee degli aerei incidono le nuvole, in cui tra le stelle si può trovare sollievo per l’anima ed un ascensore verso l’Amore, quello più puro e potente, quello di un padre.
Non è un caso che ci siano quei due segni su quella pagina, che indica il punto da cui intraprendere la rilettura di un libro trent’anni dopo. Adesso. Con il cuore che palpita, troppo…
Un punto da cui intraprendere il viaggio per ritrovarsi, nei ricordi, nella Vita.

Grazie a Fabio che mi ha regalato, ancora una volta, Amore e Vita.


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