Cari amici vi scrivo

Creato il 28 febbraio 2013 da Presidenziali @Presidenziali

Cari amici, vi scrivo per parlarvi di questo film ché qualche volta vale la pena, andare al cinema per concedersi un piccolo film, che ci riconcilia con noi stessi. Sarebbe piaciuto molto anche a voi. È ambientato nei primi anni ‘90 e poi è una storia teen, che tratta delle difficoltà ma anche i vantaggi di essere un wallflower, uno che fa tappezzeria, un ragazzo da parete, uno che non fa parte dei tipi cooldella scuola. Uno come eravamo noi. Charlie è un adolescente timido e impacciato, che legge molto e parla poco: comincia, con molte ansie, il primo anno di liceo, sperando di farsi degli amici. Ha alle spalle una famiglia un po' distratta, un trauma recente (il suicidio del suo migliore amico) e un ricordo ossessivo: la zia, morta quando lui era piccolo. Charlie, si lega ai fratellastri Patrick e Sam: lui, omosessuale un po' dandy, un po' sornione; lei bella e tormentata. Noi siamo infinito, ricorda vagamente Donnie Darko, ma senza la componente fantascientifica e horror e ricorda anche Il giardino delle vergini suicide, ma con tinte più comedyFedele ritratto degli adolescenti, delle tipiche contraddizioni di chi è spaventato dal futuro, delle frustrazioni e speranze sentimentali, proprie di quell'età e non solo. 
"Accettiamo l'amore che pensiamo di meritare" è la bella risposta del professore di letteratura (Paul Rudd, bravo e sotto le righe), quando Charlie, gli chiede perché esiste l'amore non corrisposto o, ai propri occhi, ingiusto.Avreste di certo adorato i tre protagonisti, tre dreamersovviamentemeno incasinati sessualmente di quelli di Bertolucci. Il protagonista, Logan Lerman, è il classico ragazzino su cui non avreste scommesso due euro nemmeno voi. Eppure è perfetto nella parte del wallflower. Il meglio arriva comunque con i due comprimari. La maghetta Emma Watson passa l'esame di maturità. In questo film illumina la scena. E poi c’è Ezra Miller, il ragazzino disturbato dei raggelanti Afterschool e …E ora parliamo di Kevin, alle prese, qui, con un personaggio originale, sempre sopra le righe, uno che recita la parte del “dolce travestito” del The Rocky Horror Picture Show e che prende per il culo i professori. La sua interpretazione è qualcosa di fenomenale, mi ha ricordato l’energia anarchica di Heath Ledger ai tempi dei suoi esordi teen in 10 cose che odio di te. In quel caso, l’ispirazione del film veniva dal Bardo Shakespeare. In questo film, invece, l’ispirazione è decisamente più recente.
The Perks of Being a Wallflower, questo è il titolo originale, è infatti sceneggiato e girato da Stephen Chbosky - non chiedetemi come si pronuncia il cognome - a partire da un suo stesso romanzo epistolare, uscito in Italia con il titolo Ragazzo da parete. Un romanzo parecchio discusso, negli Usa e che è diventato un piccolo grande cult, negli Usa. In Italia invece è passato piuttosto inosservato, ma la cosa certo non vi sorprenderà.
Le parole comunque non credo possano bastare per riportare tutta la poesia di questo film, il suo riuscire a raccontare in maniera perfetta il periodo dell'adolescenza, sia nel suo lato più complicato, sia nello stupore di vedere e fare cose per la prima volta. Cari amici, mi sarebbe insomma piaciuto molto vederlo con voi, questo Noi siamo infinito, Ragazzo da parete, The Perks of Being a Wallflower o come preferite chiamarlo. Per il gusto della nostalgia e il fascino senza tempo dell'adolescenza. Perché al diavolo i premi e i tappeti rossi di Hollywood: anche senza, si può raccontare una storia bella. E insomma, perché, ogni tanto, fa bene ricordarsi quando si era un po' meno cinici e scontati, e un po' più sognatori e infiniti.

Sinceramente vostra,Chiara

voto 7voto redazione
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Ang: 6

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