La settimana scorsa ho comprato un nuovo paio di occhiali da sole.
Notizia da poco conto, direte voi "sparuti lettori". Evidentemente, avete poca dimestichezza col sottoscritto.
La realtà è che sono un fondamentalista maniacale, con un'attitudine al cambiamento degna dei sovrani europei del 1815. Ma questo solo per alcune cose: le stronzate. Per il resto sono incredibilmente adattabile, addirittura attratto dalle novità. A patto che io possa continuare a mantenere i miei riti.
Per anni sono andato a fare colazione il sabato mattina nello stesso bar, indossando sempre la stessa felpa, sedendomi allo stesso tavolo e ordinando sempre le stesse cose. Recentemente ci sono entrato per caso, a comprare le sigarette. Ormai erano anni che non bazzicavo la zona. Il barista mi ha squadrato qualche secondo e poi ha detto:
- Ma tu sei quello che veniva qua spesso, sempre con quella felpa azzurra e arancione? Che fine hai fatto? Hai traslocato?
Potrei riempire pagine e pagine di storie del genere. Mia madre mi dice sempre che solo i cani sono abitudinari come me, e credo abbia pienamente ragione. Tendo a ritornare periodicamente nei luoghi che hanno significato qualcosa per me, faccio fatica a disfarmi di alcuni oggetti. Ad esempio, conservo gelosamente un tampax usato dal Corvo quella sera in cui, per impressionare i presenti, beveva acqua imbevendo assorbenti interni in un bicchiere per poi spremerseli in bocca. Ecco, questo credo sia il mio feticcio più strano. Non è una questione di nostalgia: così come c'è gente che ha in casa un frammento del muro di Berlino per avere una testimonianza della Storia, io sono pieno di testimonianze di un'altra storia, con la esse minuscola: la mia. Le situazioni poi mutano, la gente stessa cambia, ma i luoghi e gli oggetti sono lì a ricordarci da dove veniamo.
Per il vestiario, vale la stessa cosa. Se non avessi classificato le mie foto nel PC in differenti cartelle, sarebbe impossibile riconoscere quando e dove mi sono state scattate. Nel caso mi chiedessero di dare un aggettivo al mio look, sarebbe "imperituro": Levi's 501, t-shirt rossa, scarpe da tennis, cappello verde e Ray Ban Aviator. Sempre. Fino alla settimana scorsa.
Passando davanti a un negozio di occhiali, ho deciso di comprarne un paio. Non si trattava di scegliere un nuovo accessorio da affiancare a quello che già avevo. Io sono un consumista nel senso pregnante del termine, nel senso che uso ciò che acquisto finchè non si consuma. Si trattava di sostituire per sempre i miei occhiali da sole. Infatti, subito dopo l'acquisto, ho regalato i miei gloriosi Aviator al Quinto Elemento.
Ieri poi sono uscito con Nemesi, e l'ho resa partecipe dell'evento:
- Hai visto che ho fatto una scelta epocale e ho cambiato gli occhiali da sole?
- Ah sì? mi ha risposto lei, denotando uno spirito di osservazione degno di un cieco ubriaco. Ma perchè, quelli vecchi com'erano?
- Erano dei Ray Ban a goccia....
- Ma scusa, anche questi sono dei Ray Ban a goccia...
Quello che per me fino a 10 secondi prima era una scelta epocale, mi è apparso all'improvviso come ciò che realmente era: un aumento dello spessore della montatura di qualche decina di millimetri. La realtà è che certe cose io proprio non riesco a cambiarle.
Il fulcro di tutta questa riflessione è proprio questo: a volte mi sembro superficiale. E chissà se tra qualche anno, guardandomi allo specchio con ancora indosso una t-shirt rossa attillata e un cappello verde, proverò la stessa pena che provo per i cinquantenni tatuati. Gente che da anni si porta addosso lo stesso marchio, anche se magari non vi si riconosce più.
La realtà è che non mi sento superficiale, anzi. E' solo che, abituato a vivere da sempre in un contesto di totale fluidità, ho sentito la necessità di mettere dei punti fermi. Di trovare qualcosa che, in qualunque caso, non sarebbe cambiato mai. Qualcosa che desse continuità e che potessi portarmi sempre dietro; stupide abitudini ma estremamente utili.
E ancora una volta ho sentito l'esigenza di spiegare, forse perchè so quanto sembri strano ritrovarsi a pensare che, dopo un anno di cambiamenti in ogni dove, l'unico shock che io non abbia ancora superato sia il cambio del kebabbaro di fiducia.
Ma sticazzi, a volte vorrei solo che la gente si sedesse vicino a me e mi cantasse questa canzone.