Eventualmente una lista civica non guasta, anzi. Laura Carlino è conosciuta, apprezzata, fa l’insegnante di storia dell’arte alla Beata Vergine, nulla di male, anzi bene se dopo essere stata consigliere di Forza Italia, con una propria libera personalità, rientrasse in politica. Un volto pulito. Come quello dell’imprevisto compagno di battaglia, Daniele Bonali, insegnante anche lui, ma a Crema, dove insegna lettere al Marazzi. Gli anni di precariato, come per tanti insegnanti, non si contano, eppure la voglia non diminuisce mai. Bonali è un cremonese pendolare: e quando non è a Crema, per il maledetto mestiere d’insegnante, lo trovi la mattina in sede al Pd. La passione non manca proprio. Lo vedi passare per le strade si Cremona in bicicletta e ogni tanto conversare con conoscenti e amici. Nulla di strano che la voglia di impegnarsi spinga persone inizialmente diverse a incontrarsi per parlare di politiche culturali. L’assessorato è di Irene Nicoletta De Bona, con deleghe anche a turismo e commercio: De Bona ha battuto proprio Laura Carlino.
La strana coppia Carlino-Bonali, che tanto preoccupa il centrodestra, non è dunque così strana. Colpisce la mancanza di libero dibattito. Sì, chi espone un programma rischia di vederselo copiato e contraffatto. La paura di perdere genera comportamenti paradossali, anche questa incredibile mancanza di dibattito a più voci. Nel silenzio assoluto, si odono ogni tanto grida di protesta cui rispondono grida d’orgoglio. Poi si richiude il sipario fino al prossimo scontro.
Così si lavora dietro le quinte, sia pure virtuosamente. Carlino candidata sindaco? Bonali assessore in pectore? Si sono già divisi i progetti?
La coppia politica ha una sua forza. Alle domande trasversali di Claudia Cremonesi rispondono amici e colleghi dei due, non gli interessati. Tutti comunque sono benvenuti, dato che la buona volontà spesso è assolutamente evidente. Ma i cittadini? Parteciperanno solo alla fine? Questa però sembra una politica calata dall’alto, non costruita dal basso.
E il metodo di lavoro? Il centrodestra, fra Provincia innanzitutto e Comune, ha alzato il muro di Berlino. Venti assessori che non rispondono a una domanda se non di circostanza, che non discutono apparentemente né tra loro né con gli altri, ben nascosti da due testate che fanno da bunker, Informatore e Inviatospeziale.
Il centrosinistra può garbatamente distinguersi? Forse vincerà, se non si realizzerà l’ipotesi di un clone locale del governo Monti.
Ma vedremo i progetti delle iniziative culturali? Capiremo se servono a una crescita anche economica della città o se si tratta di spettacoli adatti solo a eccitare e stupire, come la Festa del Torrone e altre manifestazioni inutili per Cremona?
Le attività culturali creano anche lavoro, muovono l’economia. Questo però non interessa? Non si vuole avvicinare la vita all’arte, al sapere, alle tecniche, al lavoro? Ci si vuole limitare a chiudere la cultura nei musei, diffusi o no, a far finire la storia di Cremona all’epoca di Stradivari? L’arte contemporanea non ha diritto di cittadinanza?
Il progetto Global Art, della Regione, è stato accuratamente evitato da Cremona. Si deve continuare così? A scoprire per conto proprio che in altre città qualche giovane artista capace riesce a guadagnarsi da vivere mentre a Cremona non ci si deve neppure pensare?
Tutta la cultura si esaurirà nei grandiosi comunicati pieni di statistiche inutili sui numeri della Festa del Torrone? O bisogna chiudere le iniziative negli scatoloni di Cremonafiere?
Poi, l’uso dei soldi. Ci sarà un chiaro, pubblico rendiconto? Si terrà conto se le spese avranno prodotto risultati utili o se si ridurrà tutto alla solita kermesse per spettatori trasognati o ingolositi?
Il prossimo assessore alla cultura avrà meno soldi di tutti i predecessori, rispetto ai quali dovrà avere una qualità in più: saperli usare come un manager. La lotta alla crisi economica, si spera, avrà bisogno di ogni euro disponibile, non di feste in piazza che lasciano il tempo che trovano.
45.287409 9.846662