Stamp of the Dukes of Santa Candida (“Malvezzi, Duca di Santa Candida”) (Photo credit: Penn Provenance Project)
Le signorine Malvezzi-Campeggi di ritorno al castello (Photo credit: Paddosan)
Gelido, liscio, arido. Un’intervista che non fa promesse, proclami, non s’addentra nel programma. Ma che ha Carlo Malvezzi? L’intervista rilasciata a Tempi pare avere una sola funzione:
Carlo Malvezzi, maronita
Carlo Malvezzi esiste, è candidato e lavorerà in continuità con l’amministrazione Formigoni. Solo qualche dato: ha ricevuto 700 persone nel suo officio di vicesindaco, è stato il più votato del Pdl, insomma senza di lui non si può far niente. Ma di che? C’è la Lega di mezzo, anche il programma è esattamente uguale, sia per il Pdl che la Lega. Due partiti un programma, anche se la storia e l’identità sono clamorosamente diverse. Tiene il profilo basso, Malvezzi, insiste sui rapporti personali di massa. Ma che vuol dire? Che è intimo a una miriade di persone e aprirà quindi offici affollatissimi a Crema e Casalmaggiore, sarà quindi, supponiamo, l’Amos Zanibelli del ventunesimo secolo, ma per fare che cosa? Il ciellino maroniano. Una misteriosa congiunzione fra specie diverse, che so, un ircocervo, un ippogrifo, animali mitologici. D’altra parte il dato è questo: Maroni si affida a Comunione e Liberazione, ai Malvezzi lombardi (clicca qui per leggere l’articolo del Corriere della Sera)
Più scarna la sua campagna elettorale non poteva essere. Un irrequieto fantasma si aggira per Cremona e provincia, chiamando a raccolta i suoi ciellini e non solo ma l’indeterminatezza del “che fare” domina lo sfondo magmatico del personaggio politico.
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