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Carlo porta il boccaccio milanese

Da Teoderica
CARLO PORTA IL BOCCACCIO MILANESECarlo Porta nasce a Milano il 15 giugno del 1775 o 1776.
L
a sua passione per la poesia dialettale che lo porterà a produrre un numero notevole di poesie e sonetti, nel suo stile bonario o mordace, a seconda dei casi. Le sue opere rispecchiano per lo più fatti realmente accaduti. E' molto amico del Manzoni e di Tommaso Grossi che, rimpiangendolo dopo la sua morte avvenuta nella sua casa di via Montenapoleone 2 (a soli 46 anni) il 5 febbraio 1821 (o gennaio secondo alcuni) a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute per la gotta di cui soffriva da tempo, lo descrive come "un signore, giovane, disinvolto, pieno di talento; ben visto dai galatuomini e dalla brava gente".

I putann ai "damm del bescottin"

Malarbetti slandrónn del bescottin,
tanto ruzz, tant spuell contro i putann!
Perché? Perché la dan per pocch lanfànn
e la dan minga sott a balducchin?

Vergogna! Tasii là ch'el semm anch nun
perché cossa bajee; bajee, bajee
perché sii vecc strangòsser che morbee,
che no voeur refilavel pù nessun.

E quand serev bej, gioven e grassott
e stagn e prosperos, disii, o damazz,
serev allora inscì nemis del cazz?
la davev forsi via per nagott?

Nagott on corno! i mee delicadonn,
domandeghel on poo ai voster servent
coss'han spes ogni voeulta a mettel dent
in quij vost illustrissem figazzonn.

E i palch e i carroccett e i sorbettitt
e i faravóst e i scenn e i mascarad
e i accòrd e i bigliett e i fest, i entrad,
hin danee, facc de porchi! o fasóritt?

E poeù gh'avii el mostàcc, veggiann calvàri,
de romp el cuu al Governo per fà esclud
quij tosann che la dan per on mezz scud?
Citto là: sii nanch degn de stagh in pari.




Le puttane alle "dame del biscottino"

Maledette donnacce del biscottino,
tanto chiasso, tanto fracasso contro le puttane!
Perchè? Perchè la danno per poche monete
e (non) la danno mica sotto a (un) baldacchino?

Vergogna! Tacete là che lo sappiamo anche noi
per che cosa abbaiate; abbaiate, abbaiate
perchè siete vecchie megere che ammorbate,
che non vuol rifilarvelo più nessuno

E quando eravate belle, giovani e grassottelle
e sode e prosperose, dite, o gran dame,
eravate così nemiche del cazzo?
la davate forse via per niente?

Niente un corno! le mie delicatone,
domandatelo un po' ai vostri (cavalier) serventi
che cosa hanno speso ogni volta per metterlo dentro
in quelle vostre illustrissime figazzone.

E i palchi e le carrozzelle e i sorbettini
e i ferragosti e le cene mascherate
e gli accordi e i biglietti e le feste, le entrate (ai vari spettacoli)
sono danari, facce da porche! o fagiolini?

E poi ci avete il mostaccio, vecchiacce orribili,
di rompere il culo al Governo per far escludere
quelle ragazze che la danno per un mezzo scudo?
Silenzio là: (non) siete neanche degne di stargli alla pari.

immagine di Teoderica


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