“Beato quel paese che non ha bisogno di eroi” , recitava Bertolt Brecht nella sua splendida opera “Vita di Galileo”.
Chissà se i Porticesi conoscono la storia di un loro intrepido concittadino, Carlo Santagata, morto da eroe nel tentativo strenuo di resistere al nazifascismo.
5 ottobre del 1943, le truppe tedesche, fermatesi per qualche giorno a Santa Maria Capua Vetere, si accingevano a risalire verso nord, incalzati dall’esercito anglo-americano.
Erano i giorni terribili della Seconda guerra mondiale, ad appena un mese di distanza dall’armistizio di Cassibile, con cui l’Italia si arrendeva alle forze Alleate. Giorni di paura e di incertezza, durante i quali il nostro Paese era teatro di cruenti contrapposizioni tra fascisti e antifascisti, tedeschi e anglo-americani, nazisti e partigiani.
Carlo Santagata
In questo quadro tanto fosco quanto inestricabile, il nostro Carlo, liceale sedicenne, porticese di nascita ma da alcuni anni residente a Santa Maria Capua Vetere, matura i propri ideali di libertà e democrazia.
La mattina del 5 ottobre Carlo, dopo essere stato fermato a un posto di blocco dell’esercito tedesco, si recò alla Caserma abbandonata del 32° Reggimento Fanteria dove riuscì a procurarsi un moschetto con munizioni e delle bombe a mano. Così equipaggiato, rincorse da solo la colonna di tedeschi presenti sulla strada nazionale Appia e scaricò su di loro una serie di proiettili e di bombe, nell’intento vano di metterli in fuga. Carlo fu subito accerchiato e catturato dalle truppe naziste. Poco dopo le truppe teutoniche ne ordinarono la condanna a morte. Il ragazzo fu portato ai piedi di un albero di gesso e impiccato. Secondo le testimonianze dell’epoca, dopo l’impiccagione alcuni soldati tedeschi continuarono ad inveire sul suo corpo ormai senza vita con una raffica di mitra. Così terminò la breve esistenza di Carlo Santagata.
L’eroico gesto è valso a Carlo la Medaglia d’Oro al valor militare. Un riconoscimento prestigioso per il sacrificio di una giovane vita che ha lottato dalla parte giusta con coraggio e onore; un lascito straordinario per l’intera comunità porticese che si riconosce nei valori della Resistenza al nazifascismo.
A Carlo è dedicata la Scuola Media di Via Poli a Portici, ove è presente una targa commemorativa nel ricordo della sua azione.