ROMA – “Più passa il tempo e più credo che il disastro della società di oggi sia dovuto all’assenza dei genitori. Basti pensare alle minorenni che si prostituivano forse indotte dalle stesse madri. I giovani vivono un momento di grande sbando e depressione, che affrontano con il cellulare in una mano e una bottiglia di birra nell’altra”, dichiara Carlo Verdone a Ciak che lo ha intervistato sul set di Sotto una buona stella.
Il mensile di cinema diretto da Piera Detassis ha fatto un viaggio dietro le quinte del ventiquattresimo film da regista che il comico romano sta girando insieme all’attrice Paola Cortellesi, e ha scattato in esclusiva le foto dell’appartamento del protagonista costruito nello studio 15 di Cinecittà dallo scenografo Tonino Zera e dalla sua squadra di collaboratori. “La casa”, spiega Verdone, “è quella di un uomo ricco, egoista, che ha dimenticato molto presto di essere padre. Il crack finanziario lo costringerà a vendere quadri, arredi, mobilio, ma più l’appartamento si smonta più l’uomo ricostruisce un rapporto con i figli“.
E sempre a proposito del suo personaggio aggiunge: “Ho costruito questo padre guardandomi in giro, osservando tanti miei amici che vivevano in case bellissime e poi si sono ritrovati senza lavoro. Grazie a Dio il rapporto con i miei figli nella vita è molto diverso, loro sono in gamba, ma siamo stati bravi anche io e Gianna a crescerli con principi sani”. Poi Verdone ci tiene a precisare che non sarà un film amaro e pessimista: “Nel finale ho voluto regalare la speranza che sotto sotto covo, quella che le cose andranno meglio. Spero nell’arrivo di personaggi preparati, autorevoli, capaci di dare il buon esempio e di allontanare definitivamente una generazione che ha scambiato l’Italia per il proprio feudo”.