Xavier Bueno – Petrolio (1955-1956?)
“Bisogna sputarsi in faccia continuamente. Lo si faccia tutte le mattine fino alla sera e dalla sera alla mattina, anche nel sonno, contraddirsi continuamente, sfuggire, non essere mai se stessi, non fermarsi mai, così soltanto si è nell’immediato.
Bisogna che vi rassegniate a non mentirvi, a non prendervi sul serio, perché voi, noi non siamo. Siamo in quello che ci manca, non siamo in quello che siamo. Voi mentite di interessarvi alla Bosnia, voi mentite, mentite come gli altri, mentite come Stalin, va bene, mentite come Hitler, mentite come Fini, mentite come Amato, solamente che più si scende…insomma voi siete dei democratici. E volete anche lavorare: degli schiavi.
Invece di pensare a dispensare gli schiavi dal lavoro, ecco l’unico appunto che io faccio alle vostre sinistre: perché vogliono schiavizzare la gente. Perché bisogna far lavorare in miniera a cinquecento metri di profondità, va bene, senza aria (a trent’anni si muore di cancro ai polmoni), della povera gente per settecentomila lire al mese? Perché hanno famiglia. Ma non sarebbe meglio distruggere la famiglia e che questa povera gente prendesse un po’ d’aria?
Ma veniamo a capo di una cosa, un’altra…altrove…sempre…mi attraversano delle voci continuamente e non mi so tacere, d’altra parte non saprei che dire e quindi non restarmi che spropositare. Fino al settecento l’editoria era ben poca cosa ed un libro costava davvero un patrimonio, e quindi l’orale ha sempre avuto un ruolo, da Adamo in poi, notevolissimo.
Si viveva davvero senza strutture, fuori da ogni struttura, si ballava il ballo di San Vito dei buchi neri del linguaggio, delle contraddizioni.Dopo il settecento/ottocento comincia ad allargarsi questa sciagura editoriale e quella delle gazzette…anche dell’informazione…inimica della cultura – la demoliremo poi la cultura, se ne avremo tempo- e così si spaccia via, via l’orale ed ecco che diventa lo scritto, diventa lo scritto del morto orale, si dimentica che il significato non è il significante si dimentica il “Corso di linguistica generale” del ragazzino Ferdinand de Saussure…si dimentica questo e ben altro, e quindi l’orale prevede davvero se stesso, senza riuscire a perdersi come faceva una volta rinunciando a perdersi nella santa ignoranza…il sud del sud dei santi…ecco: il sud del sud dei santi non è soltanto un luogo etnico, ma un luogo dove l’ignoranza ha conosciuto una decadenza irrimediabile ormai, perché con l’editoria che va avanti e con l’informazione che galoppa, informando sempre i fatti e mai sui fatti…ecco…cosa ha guadagnato? Ha guadagnato un minimo di alfabetizzazione, ecco la critica, ecco l’alfabetizzazione…ora l’alfabetizzazione non è la cultura, perché la cultura viene poi da “colonizzare” e quindi da “colon” e non da “culo”, intanto, e quindi questo po’ di alfabetizzazione ha creato una massa, una volta neanche tanto così poi disposta alle elezioni e cioè ad eleggere, questi hanno detto: siccome dalla camera al senato questi sanno appena firmare, questa è la loro alfabetizzazione, sono degli ignoranti…voi lo sapete, da zombie rispettabili, ma lo sapete: sono degli ignoranti, lo sono sempre stati e lo saranno sempre…poiché ogni futuro è già trascorso fuorché l’immediato, quest’attimo, questo!
Questa grande massa ha scoperto che l’uomo non è nato per lavorare, intanto, senza neanche magari pensarci su, ma proprio perché depensata, abbandonata la dignità della povertà della miseria, non se la sente davvero…il sud era accusato sempre di indolenza… “Non hanno voglia di lavorare” e qualcuno mi ha chiesto appunto in una di queste sciagurate cerimonie di onorificenza: “Vogliamo lavoro”, e chi me lo chiedeva aveva si e no sedici anni. Dico: “Miserabile, ma non ti vergogni!”. Ma come si fa a lavorare, a pensare di alzarsi la mattina, la sera distrutti…distrutti da un lavoro che non ci compete, che non è l’uomo – verremo poi all’uomo- non è certo una bellezza l’uomo, ma intanto sarebbe il caso di riguadagnare l’uomo, queste masse, per tornare al sud del sud dei santi. Ma il sud non è altro che una cartina tornasole dell’intera Europa, cosa cazzo voglia dire Europa, ancora io…non capirò mai…Nell’eternità ho conosciuto Europa, ma non l’Europa. Quindi queste masse hanno fatto dei conti un po’ maldestri: siamo retti e governati da una massa di ignoranti, di imbecilli, di persone antiestetiche, non hanno nemmeno un’etica da rivendere. Dicono o simulano di avere anche compulsato Thomas Hobbes, ma non è vero, né come Leviatani, ecco: essi sono la parodia al potere…ma gli altri neanche il De Cive….Ma Hobbes, poi, è una grandissima revisione e messa in crisi del linguaggio, come lo è tutta l’opera di Nietzsche… Cosa hanno scoperto: ma a questo punto votiamo, votiamo, votiamo a furia del voto, voto, sono votato facciamoci votare, facciamoci eleggere, sono passati a candidarsi pur di non far niente…tanto, appena alfabetizzati, non rimane che candidarsi pur di non far niente…questa la fine dell’italietta, dello stivale, dell’europina, del mondicino: quello di essere passato da elettore a candidato, eletto, tanto siamo pari. E così le masse vanno in televisione a lasciarsi distruggere, non da Maurizio Costanzo, perché a Costanzo non rimane che, lo vedo spesso, allibito, prenderne atto, tutto sommato, di queste masse che si credono protagoniste e invece sono consumate in balia del tritatutto che è il linguaggio…E nemmeno nel simbolico, che per me è anche ripugnante, ripeto, cioè, l’arte. Hanno smarrito persino ogni senso patologico del crimine. Non abbiamo più bei condomini di criminali, non abbiamo dei criminali rispettabili più, a livello di interesse di atlante di medicina legale, no, no, abbiamo dei falliti come criminali. Ora, poi, che hanno sistemato tutta “Cosa Vostra”, davvero le masse se la passano malaccio. Qualcuno, ed era davvero anche lui un genio, ha detto: “La democrazia, a differenza di altri sistemi reggitori, è quella situazione social-politica dove il popolo viene preso a calci dal popolo su mandato del popolo.
Essere zombie ed ed essere anche democratici repubblicani…davvero…eh eh…è ripugnante.”