Magazine Società

carne

Creato il 08 dicembre 2013 da Gaia

Buona domenica a tutti! Io sto ancora lottando contro la tentazione di andare a votare per Civati – conosco tutti gli ottimi motivi per non farlo, ma devo dire che ho trovato ammirevole la sua tenacia nel combattere una battaglia da sfavorito, contro il prediletto dei media e il prescelto dall’apparato. Il rischio è che se non vince, ogni voto dato a lui finirà semplicemente per legittimare il suo partito e quindi il vincitore, perché chi vince prende tutto, e questo è il primo problema del Pd e dei sistemi elettorali che propone.

Comunque, lo scopo di questo post è convincere chi mangia molti prodotti di origine animale a ridurne il consumo, e chi ha animali domestici a porsi il problema di come li sfama. Tra le tante statistiche possibili segnalo questo studio del 2009, scritto da un ex consulente e da un ricercatore della Banca Mondiale, secondo il quale l’allevamento (compreso quello ittico) è responsabile di metà delle emissioni antropogeniche di gas serra. Se ne avrete voglia potete leggere la spiegazione dettagliata, ma sostanzialmente la produzione di gas serra attribuita all’allevamento è dovuta a: deforestazione per creare pascoli e coltivazioni di mangimi, che assorbono molta meno CO2 delle foreste (oltre a ospitare meno biodiversità); respirazione (il 14% di tutti i gas serra prodotti dall’uomo!), letame, e metano dalla digestione; reflui; consumo di territorio e di energia derivante dalla necessità di trasportare, congelare, lavorare, imballare e cucinare alimenti di origine animale, e cura delle malattie del bestiame o di quelle umane derivanti da un eccessivo consumo di carne. Per non parlare di altri fattori ambientali quali inquinamento, consumo di acqua, crudeltà nei confronti degli animali.

Si potrebbe obiettare che anche le coltivazioni vegetali presentano almeno alcuni di questi problemi, però anche gli animali e i pesci mangiano prodotti vegetali, che diamo a loro anziché consumarli direttamente noi stessi. Quindi all’impatto delle coltivazioni vegetali va aggiunto, non contrapposto, l’allevamento.

Ci sono state delle obiezioni alla statistica di questi due studiosi; forse hanno esagerato e le cifre di gas serra prodotte dall’allevamento sarebbero inferiori: secondo la FAO, circa il 18% – comunque un’enormità. Ridurre il consumo di prodotti di origine animale è quindi una delle cose più importanti che possiamo fare per contribuire a salvare il pianeta. Ma come? Ci sono persone che proprio non riescono a concepire una dieta povera di carne: non saprebbero che cucinare. Quindi danneggiano l’ecosistema e la propria salute, spendono più del necessario, e magari si perdono anche il piacere di provare alimenti nuovi. Conosco famiglie che pretendono di avere carne in tavola due volte al giorno; la mensa universitaria di Udine propone almeno quattro-cinque piatti di carne o pesce a ogni pasto, e il resto ha il formaggio. Questo mio post è dedicato a tutte le persone, che presumibilmente non lo leggeranno, che mangiano tanta carne o tanto formaggio e uova perché non sanno cos’altro cucinare.

Il consiglio dato dagli autori dello studio di cui vi ho parlato rappresenta l’approccio occidentale, economicista e capitalista che non identifica la soluzione migliore, ma quella più in grado di generare guadagno: consumare i surrogati. Seguono pagine di consigli su come convincere la gente a comprarli, comprese strategie di marketing aggressive e pure disoneste. Solo un americano potrebbe sostenere che hamburger di soia e cotolette di glutine sono quasi indistinguibili dai loro equivalenti di carne. Non esageriamo.

Io non capisco questa mania dei surrogati della carne e del latte. Salvo poche eccezioni, hanno un saporaccio: sono basati sull’imbroglio di far finta che una cosa sia qualcos’altro che invece non è. Non esistono le lasagne vegane, la maionese vegana: si tratta solo di lasagne e maionese più cattive. Inoltre, mi chiedo quanta energia e quanta acqua si consumi a produrre surrogati della carne basati sull’estrazione di parti di alimenti che sarebbero nutrienti e ottimi consumati già così come crescono. La soia è immangiabile, e quindi si fa il tofu, ma il seitan non lo capisco proprio. Ho visto gente farlo in casa e sprecare litri di acqua per buttare l’amido giù nel lavandino.

Ma al di là delle mie preferenze personali, quello che voglio dire è che si può non mangiare carne senza spendere soldi per prodotti lavorati e spesso deludenti. I legumi accompagnano l’umanità da tempo immemore, e sono pure buoni. Inoltre non necessitano di complicate lavorazioni: potete persino mettere una pianta di fagioli in giardino e mangiare i frutti appena colti, dopo una bollitura veloce.

La nostra cucina contadina ha inventato infinite zuppe di fagioli, ceci e lenticchie; i messicani avvolgono i fagioli nelle tortillas, i mediorientali mangiano i falafel, gli indiani un’infinità di alimenti a base di legumi tra cui il dhal è particolarmente facile da preparare. Con internet poi è possibile trovare le migliori ricette per qualsiasi idea ci venga. Inoltre i legumi possono essere trasformati in germogli, anche quelli inadatti al consumo umano se mangiati adulti, come l’erba medica. C’è la frutta oleosa che è ricca di proteine, ci sono cereali di ogni tipo… e tra l’altro gli alimenti di origine vegetale costano anche meno di quelli di origine animale, a parità di qualità. Ogni tanto penso di mettere delle ricette su questo blog, ma poi mi rendo conto che sarei ridicola e che comunque lo farei molto peggio di tanti altri. Però se a qualcuno interessa posso mettere almeno qualche consiglio, oppure può metterlo chi legge.

Personalmente preferisco la pelle e la lana, anche per motivi di salute, alle fibre sintetiche, e non penso sia necessario non consumare prodotti di origine animale soprattutto per quelle popolazioni che vivono dove la pesca, la caccia o l’allevamento sono più facilmente praticabili della coltivazione (zone costiere, montane o molto fredde), o in quelle situazioni in cui è possibile sfamare gli animali con scarti domestici o locali. Però la nostra dieta attuale è completamente insostenibile, e anche se si sta diffondendo in occidente una maggiore sensibilità su questi temi ed essere vegani è quasi di moda, l’aumento del consumo di carne nei paesi in crescita sia economica che demografica rappresenta una ulteriore grande minaccia per il pianeta. Dobbiamo davvero fare qualcosa.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

A proposito dell'autore


Gaia 251 condivisioni Vedi il suo profilo
Vedi il suo blog

L'autore non ha ancora riempito questo campo L'autore non ha ancora riempito questo campo

Dossier Paperblog

Magazine